Hacker, smart tv sono a rischio: anche per i televisori arrivano gli antivirus

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Maggio 2014 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Hacker, smart tv sono a rischio: anche per i televisori arrivano gli antivirus

Hacker, smart tv sono a rischio: anche per i televisori arrivano gli antivirus

ROMA – Anche per le smart Tv resta il rischio hacker e per evitare che i propri televisori siano attaccati da virus informatici i produttori iniziano a lavorare alla sicurezza. Un cambio di scenario da parte delle aziende è in arrivo, spiega l’hacker Luigi Auriemma a Matteo Campofiorito per Repubblica.

Fino ad oggi gli attacchi hacker sono stati rari eventi e isolati:

“si contano sulle dita di una mano e sono stati dei “proof of concept” come si dice in gergo informatico, delle dimostrazioni realizzate da ricercatori di sicurezza per evidenziare delle vulnerabilità”.

E il problema dei virus sui televisori, spiega Auriemma, al momento è minimo:

“C’è una differenza di customizzazioni usate per il sistema operativo (solitamente un Linux minimale) ma ancor più importante una differenza di CPU e componenti e del funzionamento interno del software nella TV. Quindi al momento si tratterebbe di virus specifici per alcuni target”.

Ma la situazione sta cambiano velocemente:

“A breve le SmartTV saranno tutte basate su Android, certo non garantisce l’uniformità completa delle TV ma dovrebbe diminuire le incompatibilità software”.

Ora la diffusione dei virus è bassa, poiché

“ogni produttore ha adottato il proprio sistema operativo (con Linux come denominatore comune come si vede dall’elenco riportato) per equipaggiare i modelli di Smart TV sul mercato e un ipotetico criminale informatico dovrebbe faticare non poco per realizzare un codice maligno che colpisca la maggior dei televisori”.

Nonostante il rischio sia basso, la sicurezza va protetta e al momento le smart tv sono esposte agli attacchi:

“Quasi ogni porta TCP aperta su una TV ha problemi di sicurezza, gli input fisici (come le porte USB) possono avere anche loro vulnerabilità, usano vecchie versioni di software, SSL opzionale o assente, customizzazioni software che aggiungono codice vulnerabile, problemi di privacy e così via. Il problema infatti non sono gli OS ma il codice proprietario che ci gira sopra”.