A vescica piena si decide meglio: le ricerche improbabili degli Ig Nobel

Pubblicato il 30 Settembre 2011 - 08:31 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le decisioni migliori, ma anche quelle peggiori, si prendono sempre quando la vescica è piena e trovare un bagno è quanto mai urgente. Anche quest’anno Boston ha ospitato gli Ig Nobel 2011. L’importante premio è assegnato ogni anno dalla rivista Annales of Improbable Research. L’università di Harvard ospita la cerimonia di premiazione delle dieci ricerche più bizzarre, e inutili, dell’anno appena passato.

Le ricerche sul legame fra le condizioni della vescica e la capacità di prendere decisioni hanno meritato l’Ig Nobel per la Medicina, mentre per la Matematica è stato premiato un nutrito gruppo di ‘profeti’, autori di teorie che hanno collocato la fine del mondo in una varietà di date comprese fra il 1954 e il 21 ottobre 2011.

Premiati anche i biologi che hanno scoperto la passione sfrenata che spinge una specie di scarafaggi ad accoppiarsi con un certo tipo di bottiglie di birra australiana, i fisiologi che hanno rassicurato sul fatto che lo sbadiglio non è contagioso fra le testuggini dai piedi rossi, e i chimici giapponesi che hanno ideato un sistema di allarme al wasabi.

Un gruppo di psicologi norvegese ha cercato di capire perché si sospira, mentre fisici francesi e olandesi hanno scoperto perché ai lanciatori del martello non gira la testa, contrariamente a quanto accade ai lanciatori del disco.

Il premio per la Letteratura è andato alla Teoria della procrastinazione strutturata, secondo la quale per avere successo bisogna lavorare sempre a qualcosa di importante per evitare di fare cose più importanti.

Infine l’Ig Nobel per la pace è andato al sindaco di Vilnius, per avere dimostrato che il problema delle macchine lussuose in sosta vietata si risolve schiacciandole con un carro armato, mentre quello per la Pubblica sicurezza se lo è aggiudicato John Senders, dell’università canadese di Toronto, autore di una serie di test sulla sicurezza nei quali ha fatto guidare dei volontari in autostrada con l’aletta parasole che si abbassava continuamente davanti ai loro occhi, togliendo loro la visuale.

Una serie di “importanti” e rivoluzionarie scoperte, che decisamente cambieranno il futuro dell’umanità ed il suo modo di vedere il mondo. Delle ricerche “improbabili”, a cui però scienziati hanno dedicato il loro tempo ed il loro lavoro. Autoironia è sicuramente necessaria per ricevere l’ambito premio, in stile “nel bene o nel male purché – della mia ricerca – se ne parli”. In fin dei conti per un ricercatore è sempre pubblicità. Un vero peccato per l’Italia aver perso l’Ig Nobel in fisica: se il tunnel di 730 chilometri tra Ginevra ed il Gran Sasso in cui passano i neutrini più veloci della luce fosse stato reso pubblico con un po’ d’anticipo, il premio sarebbe sicuramente andato a Mariastella Gelmini, generoso, impegnato e decisamente informato ministro dell’istruzione italiano.