Scuola. Si torna tra i banchi in 9 regioni. Al via la riforma Gelmini, proteste incluse

Pubblicato il 13 Settembre 2010 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA

Nove regioni d’Italia riaprono le classi agli studenti italiani, ma luci e ombre segnano l’esordio dell’anno scolastico con il via della riforma targata Gelmini. Zainetto in spalla per bimbi e ragazzi, dunque, in Calabria, Friuli, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto, Valle d’Aosta, provincia di Bolzano. Un giorno in più di vacanza per gli alunni dell’Emilia-Romagna che torneranno tra i banchi il 14. Il 15 sarà la volta di Toscana, Campania e Sardegna e il 16 toccherà  alla Basilicata. Sette giorni di vacanza in più in Abruzzo, Liguria e Puglia dove le lezioni riprenderanno solo il 20 settembre.

La prima settimana di lezioni sarà messa alla prova dalla protesta dei precari a livello nazionale contro tagli ai finanziamenti agli organici, carenze di vecchia data e novità in fase di sperimentazione.

La Rete degli studenti ha organizzato una protesta folcloristica: i manifestanti, davanti alle scuole, indossando caschetti gialli da lavoro, ”per proteggersi la testa dalle macerie che la Gelmini e Tremonti hanno causato”. E per ricostruire ”pezzo a pezzo” la scuola la Rete ha iniziato da Venezia (liceo Foscarini), Torino (via Bligny e corso Dante), Roma (liceo Tasso e liceo Montessori), Frosinone (liceo classico Turriziani) Perugia (piazzale Anna Frank), Grosseto (istituto agrario Leopoldo II di Lorena). Una manifestazione è in programma anche davanti al ministero dell’Istruzione a Roma dove è atteso anche l’on.Antonio Di Pietro. Inoltre i presidi dovranno fare i conti con alcune difficoltà e in alcuni casi dovranno dividersi su più sedi, con classi che potrebbero stipare fino a 35 alunni e spese da razionalizzare.

Cresce, secondo quanto denunciano i sindacati, il numero delle mega-classi. Il ministero ha stabilito un tetto di 27 alunni per classe, ma quando i resti non consentono di formarne un’altra di almeno 20 il tetto salta e si può arrivare fino a 35. Ciò rappresenta – denunciano sindacati e associazioni – un rischio concreto per studenti e insegnanti, legato alla sicurezza, per le quali la normativa vigente prevede dei requisiti minimi di spazio per ciascun alunno (”per ogni persona, docente e alunno, presente in aula – ricorda il Codacons – deve essere garantita un’area netta di 1,80 metri quadri nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado e 1,96 metri quadri nella secondaria di II grado oltre a una altezza minima di 3 metri”). Ma secondo la Cgil questo è conseguenza inevitabile del taglio dei docenti. Inoltre 232 mila gli insegnanti iscritti alle graduatorie permanenti, 117 i precari tra docenti ed educatori, secondo i dati forniti dalla Flc Cgil. E tra questi la Uil Scuola conta 10 mila docenti che, al saldo dei pensionamenti, potrebbero non avere confermata nel nuovo anno scolastico.

Così il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha descritto quella che ha definito “una giornata storica” perché parte la riforma: ”Viene completamente ridisegnatala struttura della scuola superiore, all’insegna della chiarezza e della modernità. Maggiore il collegamento tra scuola e lavoro, più attenzione alle materie scientifiche, più inglese e rilancio dell’istruzione tecnica e professionale”. Insomma ”questa è una riforma che ha deciso di puntare sugli studenti e sul loro futuro”.

La Puglia, assieme alle Marche, sarà la prima a chiudere l’anno scolastico 2010/2011: l’ultimo giorno di attivita’ didattica e’ previsto per l’8 giugno. L’ultima campanella suonera’ il 9 giugno in Veneto, seguito dalla Sardegna il 10 giugno. Le altre regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia- Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Trentino, Umbria, Valle d’Aosta) termineranno l’11 giugno. In Liguria si finirà il 15 e in provincia di Bolzano il giorno successivo.

NOVITA’ DELLA RIFORMA Tetto per le assenze, che non potranno superare le 50, revisione degli orari, con riduzione di alcune materie e potenziamento di altre, e due nuovi licei. Sono alcune delle novità che gli studenti troveranno sul banco. Proseguirà la linea di rigore iniziata con voti e condotta: da quest’anno si prevede un contenimento delle assenze a cinquanta, pena la bocciatura. Cambia anche quello che i ragazzi impareranno a scuola: piu’ attenzione per il ‘900, più matematica, fisica e scienze che vedranno aumentate le ore, e l’insegnamento obbligatorio di una lingua straniera per tutti e cinque gli anni. C’è inoltre la riforma dei licei, con le tre new entry: il liceo musicale, quello delle scienza umane e quello tecnologico. E dopo, la possibilità di preferire gli istituti superiori, in due anni, alle laure triennali.