James Leininger, 2 anni, aviatore nella vita passata: è un X-files del Dops…

Pubblicato il 15 Luglio 2014 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Jim Tucker, direttore del Dops in Virginia

Jim Tucker, direttore del Dops in Virginia (Foto Wikipedia)

CHARLOTTESVILLE – Un bimbo di 2 anni che ricorda la sua vita passata da aviatore della seconda guerra mondiale. James Leininger, che racconta ai genitori stupefatti i ricordi del pilota James Huston, è solo uno degli “X-files” di cui si occupa il Dops, Division of Perceptual Studies, nato a Charlottesville in Virginia nel 1967 da Jan Stevenson e ora diretto da Jim Tucker, professore di psichiatria e scienze neurocomportamentali alla University of Virginia

Paolo Valentino sul Corriere della Sera scrive:

“Nei suoi incubi notturni, James Leininger sognava aerei colpiti che precipitavano ed esplodevano ancora in aria, prima di inabissarsi nel mare. Di giorno ricordava di essere stato nella US Air Force, pilota di un caccia in forza alla portaerei Natoma Bay. Parlava della sincera amicizia con un altro aviatore, Jack Larsen. E raccontava in dettaglio la propria morte, dopo che il suo aereo era stato abbattuto dai giapponesi nel cielo di Iwo Jima”.

Tutti fatti realmente accaduti e raccontati con una dovizia di particolare che il bimbo non poteva aver ascoltato per sbaglio in televisione:

“Nella battaglia di Iwo Jima, la portaerei Natoma Bay perse in effetti un solo pilota. Si chiamava James Huston, veniva dalla Pennsylvania (cioè quasi 2 mila chilometri lontano dalla casa dei Leininger) e le circostanze della morte combaciavano esattamente con i ricordi di James, compresa quella che il nome del pilota del caccia in volo dietro di lui al momento dell’incidente era Jack Larsen. Ma nessuno le aveva mai rese pubbliche”.

Per Tucker il caso di James è solo uno degli “X-files” di cui si occupa e a cui il Dops cerca di dare una risposta, proprio perché la missione dell’istituto è

“«l’investigazione scientifica ed empirica di fenomeni che suggeriscono che le attuali assunzioni della scienza e le teorie sulla natura della mente o della coscienza possano essere incomplete»”.

Il laboratorio in Virginia indaga sul paranormale, ma non per questo va preso meno seriamente, scrive Valentino:

“Prima di scandalizzarsi è bene precisare che nessun professore della Dops sa leggere la mente degli studenti, né questi passano attraverso i muri come nella X Mansion del Professor Charles Xavier. No, il laboratorio della Virginia è un posto pieno di gente brillante e seria, dove si fa solida ricerca basata su dati e fatti, nonostante l’oggetto del suo interesse sia controverso e sollevi perplessità in buona parte della comunità scientifica”.

Oltre 3mila i casi analoghi a quello di James analizzati dal Dops e per cui la scienza ufficiale non ha risposte. L’istituto è nato e sopravvive grazie alle donazioni di filantropi, ma nonostante sia stato spesso oggetto di scetticismo c’è chi ha dato valore al lavoro dei ricercatori:

“Già nel 1977, scrivendo su una rivista specializzata, lo psichiatra americano Harold Lief aveva lodato l’approccio del Dops. E precisando di voler sospendere il giudizio su telepatia e reincarnazione, si era detto «vero credente nei metodi di Stevenson». Su Scientific American , lo psicologo Jesse Bering ha definito «per nulla scontato il fatto che il lavoro del Dops sia privo di senso» e si è chiesto perché i dati raccolti dall’equipe di Stevenson e Tucker non vengano presi più seriamente: «forse che il nostro rifiuto anche di guardare a questi risultati, men che meno discuterne, sia riconducibile alla paura di sbagliarci?»”.