Ladri in casa dei familiari del sottosegretario Urso: sequestrati madre e fratello

Pubblicato il 23 Luglio 2010 - 10:36 OLTRE 6 MESI FA

Sequestrati in casa e chiusi a chiave in bagno il fratello e la madre del viceministro al Commercio Estero, Adolfo Urso, nella loro villa di Acicatena, vicino a Catania. Una banda composta da quattro persone ha fatto irruzione nell’abitazione estiva del fratello del vice ministro Urso.

I banditi hanno rubato soldi e due orologi d’oro a parenti e a tre amici dell’esponente del Pdl, che non era presente, e sono rapidamente fuggiti. Le cinque vittime, poi rinchiuse a chiave in un bagno, sono riuscite a dare l’allarme dopo essersi liberate. Tra loro ci sono, appunto, anche la madre e un fratello del viceministro.

In diversi paesi dell’Etna da tempo si registrano rapine in ville attuate con la stessa tecnica: quattro persone, verosimilmente italiane, fanno irruzione nella villa per rapina. Gli investigatori ritengono pero’ che questa sia un’altra banda. Sul posto per rilievi e indagini sono intervenuti i carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di Acireale che stanno eseguendo perquisizioni e controlli nella zona.

Il fratello: mi hanno puntato la pistola alla tempia. ”Mi hanno puntato la pistola in bocca e alla tempia, sono stati 20 minuti interminabili. Per prima cosa ho pensato a un rapimento, poi ho vissuto un momento terribile quando ho capito che era una rapina e che loro cercavano una cassaforte che in quella casa non esiste”. Cosi’ Giuseppe Urso, fratello del viceministro Adolfo, ricostruisce la rapina subita la notte scorsa nel Catanese.

”Per un momento – aggiunge – mi sono sentito intrappolato perche’ con la pistola in testa dovevo far capire ai rapinatori che quella cassaforte in casa non c’e’. Mi hanno picchiato, mi hanno dato schiaffoni e poi sono stati umani quando ho chiesto loro di non legare mia madre e la mia amica inglese, di 86 anni, perche’ tutte e due anziane. Mia madre tra l’altro soffre di pressione alta e per lei e’ stato uno shock. Lo stress e’ stato molto forte ma grazie all’adrenalina abbiamo saputo reagire”. Giuseppe Urso ha anche spiegato che i banditi erano in 4, parlavano italiano, erano vestiti completamente di nero, avevano il volto coperto e indossavano guanti in pelle.