Lampadina di Livermore accesa dal 1901 conferma il complotto dei produttori per farle durare meno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2017 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA
Lampadina di Livermore accesa dal 1901 conferma il complotto dei produttori per farle durare meno

Lampadina di Livermore accesa dal 1901 conferma il complotto dei produttori per farle durare meno

ROMA – Lampadina di Livermore accesa dal 1901 conferma il complotto dei produttori per farle durare meno. C’è una lampadina ad incandescenza nella caserma dei pompieri di Livermore in California che non smette di emettere luce da più di un secolo. Una semplice lampadina con filamento di carbonio a bulbo rimasta accesa dal 1901.

Un record di longevità da Guinness dei primati, certo, ma anche la conferma indiretta di un complotto di cui si parla dagli anni ’20 ordito dagli allora maggiori produttori per evitare una durata infinita dei prodotti letale per gli affari.

Non si tratta, specifichiamo, del genere di complotto che piace alla vasta categoria dei complottisti, tipo scie chimicheper intenderci. Documenti e inchieste di giornali seri come il New Yorker abbondano, e del resto la lampadina ancora accesa è la prova più evidente.

In effetti, un accordo internazionale segreto stipulato nel 1924 ci fu, accordo che impegnava il Consorzio Phoebus a diminuire la durata media delle lampadine a circa mille ore: l’esordio di quella che si sarebbe poi chiamata “obsolescenza programmata”, cioè la vita con scadenza incorporata di un prodotto per consentirne la sostituzione e garantire una profittabilità economica certa e di lunga durata.

Nel dicembre del 1924 si riunirono a Ginevra i massimi rappresentanti mondiali dell’industria delle lampadine: la tedesca Osram, l’olandese Philips, la francese Compagnie des Lamps, l’ungherese Tungsram, la britannica Associated Electrical Industries, la giapponese Tokyo Electric e alcune sussidiarie internazionali (brasiliana, cinese e messicana) dell’americana General Electric. Lo scopo era quello di controllare il mercato globale del settore che, seppur molto redditizio, stava cominciando a dare segni di rallentamento per l’eccessiva vita utile dei prodotti, in quel momento tra le 2.000 e le 2.500 ore di funzionamento ininterrotto. Osram, ad esempio, aveva registrato un brusco calo delle vendite sul mercato tedesco, con 63 milioni di lampadine nell’anno fiscale 1922-23 scesi a 28 milioni nell’anno successivo. (Silvia Morosi e Paolo Rastelli, Corriere della Sera)