Lapidi e loculi con i nomi dei vivi: a Marano (Napoli) si temono i morti “abusivi”

Pubblicato il 26 Aprile 2011 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – A Marano, nel napoletano, decine di persone hanno comprato un loculo nuovo di zecca e hanno pensato di chiuderlo già con una lapide, mettendoci il proprio nome e cognome. Il tutto da vivi. Perchè? Per paura di un’occupazione abusiva da parte di qualche salma che non trova altri spazi.

Avere una nicchia pronta, soprattutto agli anziani, si sa, dà una certa serenità e sicurezza. In genere, però, i loculi comprati da vivi, vengono lasciati vuoti e aperti, fino al momento della Morte. A Marano no. Decine hanno pensato di chiuderlo con una lastra di marmo, mettendoci subito nome e cognome. Ovviamente mancano la data di morte e pure quella di nascita.

Il curioso fatto accade nell’edificio A del primo lotto del cimitero di Vallesana. Si tratta di una palazzina costruita alle spalle del camposanto. Il cantiere è stato aperto ben 10 anni fa e contemporaneamente all’avvio dei lavori furono messi in vendita 400 loculi e 300 tumuli che andarono a ruba.

Nel 2010 la fine dei lavori, altri mesi per il collaudo e poi, finalmente, la firma e la consegna ufficiale del loculo al legittimo proprietario. Si tratta, in realtà, di una concessione per 99 anni. Al titolare è stato rilasciato un atto con l’indicazione del piano e del numero di loculo. Al momento del “bisogno” sarebbe bastato presentare il documento.

Qualcuno però ha avuto paura. I loculi sono vuoti, le salme sotterrate nel camposanto, che devono essere esumate a breve, sono tante. Molte famiglie non hanno comprato i loculi, e non hanno un posto dove mettere il proprio congiunto dopo l’esumazione. È cominciato così a serpeggiare il timore che qualcuno potesse appropriarsi d’autorità o abusivamente di nicchie vuote. Del resto, nel cimitero di Marano, in passato, se ne sono viste di tutti i colori. L’ultima, lo scorso anno, è stata una sequenza di furti di fioriere: mille vasi spariti in una sola notte.

Nella paura, quindi, di ritrovarsi il loculo occupato da chissà chi, qualcuno ha avuto l’idea. Ha chiuso la nicchia con una lastra di marmo e ci ha messo nome e cognome, con lettere dorate e caratteri gotici. Da vivo. Immediata è scattata l’emulazione. Una dopo l’altra sono comparse decine di lapidi. Nome, cognome, nessuna data. Tutti al cimitero ad occupare la propria nicchia, per evitare che qualche morto “abusivo” se ne appropri.