Libertà di stampa, Italia quarantanovesima nel mondo: tra i maggiori nemici c’è la mafia

Pubblicato il 3 Maggio 2010 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA

Per libertà di stampa l’Italia è al quarantanovesimo posto nel mondo, secondo la classifica stilata nel 2009 da Reporters Sans Frontiere (Rsf). Lo ha annunciato il vicepresidente dell’Associazione, Domenico Affinito, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta in Piazza Duomo, all’Aquila, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, decretata dall’Unesco.

L’Italia, che rispetto allo scorso anno ha perso cinque posizioni, si trova dopo buona parte dei paesi europei, a partire da Danimarca, Finlandia e Norvegia, in testa al ranking. Sempre prima dell’Italia nazioni come Argentina, Spagna, Francia, Cile, Slovenia, Costa Rica. Dietro all’Italia ci sono paesi come Bulgaria, Brasile, Croazia.

Rsf ha scelto L’Aquila per presentare il suo dossier “perché la città terremotata per noi è il simbolo di quello che siamo riusciti a fare ad Haiti, altra città martoriata dal sisma in cui attraverso un progetto siamo riusciti a far ripartire la stampa locale. L’altro aspetto importante è legato al fatto che non bisogna spegnere le luci sul terremoto e sulla ricostruzione”.

C’è anche la «criminalità mafiosa italiana» tra i 40 Nemici della libertà di stampa, elencati nel rapporto annuale diffuso da Reporter senza frontiere. «I commercianti, gli imprenditori e i magistrati italiani non solo le uniche vittime delle organizzazioni criminali come Cosa nostra, la Camorra, la ‘Ndrangheta e la Sacra corona unita – scrive Rsf nel suo rapporto – Giornalisti e scrittori italiani sono, anch’essi nella loro linea di mira, dato che espongono al pubblico le loro azioni».

Il testo cita in particolare i casi di Roberto Saviano, «costretto a vivere sotto protezione di polizia permanente», Lirio Abbate dell’Ansa di Palermo e Rosaria Capacchione, cronista del Mattino di Napoli che «da oltre 20 anni segue e denuncia i crimini della Camorra». Non manca, inoltre, un riferimento critico al presidente Silvio Berlusconi, che «a novembre 2009» ha «minacciato di “strangolare” gli autori di film e libri sulla mafia, che secondo lui davano una cattiva immagine dell’Italia».

Tra i 40 Nemici della libertà di stampa elencati da Rsf compaiono numerosi capi di Stato di repubbliche ex-sovietiche, tra cui il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, o di regimi dittatoriali come la Corea del Nord, l’Iran e Myanmar. Numerose anche le organizzazioni terroristiche o paramilitari, dalle Farc in Colombia all’Eta spagnola, alle milizie private filippine.