Trans Marrazzo, a giudizio i medici del pusher morto Cafasso

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 19:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nei confronti dei due medici legali che effettuarono l’autopsia di Gianguerino Cafasso, il pusher coinvolto nel caso Marrazzo, è stato disposto il giudizio immediato con l’accusa di falso in atto pubblico. Per i pm di piazzale Clodio i due medici, Stefano Moriani e Mauro Iacopini, quali consulenti per conto della Procura affermarono di aver analizzato ed effettuato, in sede di esame autoptico, tutti gli accertamenti sul corpo dell’uomo mentre da una seconda autopsia, eseguita nell’ambito dell’incidente probatorio sollecitato dai difensori dei tre carabinieri accusati di omicidio volontario, è emerso che quanto dichiarato dai medici non corrispondeva a quanto affettivamente fatto. Dall’esame svolto il 4 settembre scorso dal professore Giovanni Arcudi è emerso che non fu effettuato l’esame della scatola cranica, che gli organi interni erano ”in situ” e ancora collegati tra di loro e che erano stati effettuati solo dei prelievi istologici e verifiche sul cuore.

Ciò non corrisponde a quanto scritto dai due consulenti nella loro perizia nella quale, invece, affermavano di avere effettuato tutti gli accertamenti. Nei confronti di Moriani e Iacopini il pm Eugenio Albamonte ha chiesto ed ottenuto l’interdizione dall’attività  professionale e da quella da pubblico ufficiale per due mesi. A fine mese e’ fissata l’udienza davanti al tribunale del riesame per la revoca della misura cautelare. I due professionisti sono stati interrogati dal gip al quale hanno spiegato che la consulenza da loro redatta per il caso Cafasso è stata realizzata utilizzando un precedente esame e che quindi ci sarebbe stato solo un errore materiale, di compilazione.