Enigma marziano: come si è formato il cratere di Orcus Patera?

Pubblicato il 5 Settembre 2010 - 04:33| Aggiornato il 1 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

Il pianeta rosso non finisce mai di stupire e incuriosire gli scienziati che ora sono intenti a svelare un nuovo enigma della superficie marziana: l’origine del cratere Orcus Patera, situato tra i vulcani Elysium Mons e Olympus Mons, la cui formazione rimane un mistero.

Il cratere si estende per 380 chilometri di lunghezza e 140 chilometri di larghezza, la profondità della depressione è massima sul fondale, che si trova a circa 400-600 metri al di sotto delle pianure circostanti ed minima in corrispondenza dei bordi, dove raggiunge un altezza di 1800 metri al di sopra delle pianure.

Solitamente il termine “patera” indica un cratere vulcanico profondo, complesso e di forma irregolare, come nel caso dell’Hadriaca Patera o del Tyrrhena Patera situati vicino al bacino d’impatto Hellas, ma nel caso di Orcus Patera l’uso del termine è decisamente improprio, data l’incertezza sulla natura della depressione.

Ma se non si tratta di un vulcano qual è l’origine di questo enorme cratere? Le teorie sono numerose e tra queste spicca la possibilità che il cratere sia dovuto all’impatto di un grande meteorite e che la forma allungata sia dovuta a fenomeni di compressione del suolo. Altra possibilità è che il cratere in realtà sia l’insieme di una serie di crateri di impatto di dimensioni minori, i quali per fenomeni di erosione e data la vicinanza abbiano costituito un unico grande cratere.

Comunque l’ipotesi più probabile è che il cratere sia il risultato di un impatto obliquo, evento che accade nel caso in cui il corpo abbia impattato con la superficie ad un angolazione molto bassa, probabilmente con un angolo inferiore ai 5 gradi sulla linea dell’orizzonte.

La presenza di graben o fosse tettoniche, ovvero porzioni di crosta terrestre che sprofondano a causa di un sistema di faglie, indica la presenza di forze tettoniche in grado di modificare la struttura geologica del cratere e quindi di modificare la forma originaria e rendere ancora più difficile la determinazione della sua formazione.

Orientati quasi tutti nella direzione est-ovest e larghi fino a 2,5 chilometri i graben di Orcus Patera sono visibili in maniera nitida solo sul bordo e nelle vicinanze del cratere e ciò lascia supporre che all’interno della depressione il grande graben, affatto visibile, sia sepolto da depositi recenti, anche se la visibilità dei piccoli graben suggerisce che gli episodi di deposizione siano stati numerosi.

L’increspatura dei bordi all’interno del cratere e la formazione di graben è la prova dell’esistenza di attività tettonica nella zona, e dalla presenza di forze estensionali e compressive dovuto ai movimenti delle zolle tettoniche. Le immagini dei graben e dei “bordi increspati” raccolte dal Mars Exspress spacecraft confermano che la zona è geologicamente attiva e soggetta a cambiamenti significativi nella forma e nella profondità, ma essendo caratteristiche tipiche del suolo di Marte è impossibile al momento  stabilire con certezza in che modo il cratere si sia formato.