Melfi, la Fiat agli operai reintegrati: “Non presentatevi a lavoro”

Pubblicato il 21 Agosto 2010 - 17:30 OLTRE 6 MESI FA

Li aveva licenziati perché avevano manifestato, un tribunale li ha reintegrati e ora la Fiat dice loro: non presentatevi a lavoro. La Fiat ha inviato ai tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) licenziati nel luglio scorso e reintegrati dal giudice del lavoro circa due settimane fa un telegramma in cui ha comunicato loro che ”non intende avvalersi delle loro prestazioni”, invitandoli a non presentarsi in fabbrica, lunedi’ prossimo, 23 agosto, alla riapertura dello stabilimento dopo la pausa estiva.

L’azienda ha precisato ai tre operai (due dei quali sono delegati della Fiom) che rispetterà gli obblighi contrattuali nei loro confronti, fino al 6 ottobre, quando sarà discusso il ricorso dell’azienda contro la sentenza del giudice del lavoro che ha reintegrato i tre dipendenti.

Il segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele Di Nicola, ha definito la decisione della Fiat ”un reiterato comportamento antisindacale dell’azienda. Con i nostri legali valuteremo gia’ oggi come ribattere a tale posizione”. Lunedi’ prossimo la Fiom aveva gia’ deciso – e De Nicola ha confermato tale scelta – di istituire un presidio davanti alla fabbrica di Melfi della Fiat, ”per spiegare ai lavoratori i contenuti del ricorso sul licenziamento dei tre operai, accolto dal giudice del lavoro”.

Il presidio si fara’ ”e i tre operai – ha aggiunto De Nicola – saranno a disposizione dell’azienda a partire dal turno delle ore 14”. Il dirigente della Fiom ha definito ”assurdo e incomprensibile l’atteggiamento della Fiat che appena due giorni fa aveva comunicato ai tre operai la decisione di reintegrarli, rispettando la decisione del giudice del lavoro”. I tre operai furono licenziati nello scorso mese di luglio. Il 9 agosto scorso, il giudice del lavoro di Melfi ha accolto il ricorso della Fiom e ha disposto il reintegro dei tre dipendenti. Ieri i legali della Fiat hanno depositato il ricorso contro tale decisione, che sara’ discusso a partire dal prossimo 6 ottobre.

Pd: dalla Fiat comportamento da epoca pre-moderna. ”Il lavoro e’ dignita’. I lavoratori vogliono guadagnare la loro retribuzione, non vogliono elemosina o essere trattati come parassiti. E’ triste che, nel mondo ‘dopo Cristo’, la Fiat si comporti come nell’epoca pre-moderna”. Lo afferma il responsabile Economia del Pd Stefano Fassina. ”Speriamo che i lavoratori reintegrati – afferma Fassina – possano lavorare e svolgere fino in fondo i loro compiti. Continua a esasperare il clima nelle aziende del gruppo Fiat. Quella su cui si sono avviate e’ una strada senza uscita per tutti”.

Landini (Cgil): i tre operai in fabrica o chiediamo l’intervento delle forze dell’ordine. Lunedi’ i tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi ”devono rientrare in fabbrica”, altrimenti ”siamo pronti ad agire sotto tutti i punti di vista legali, anche a chiedere l’intervento delle autorita’ competenti e delle forze dell’ordine”. Cosi’ il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, commenta il telegramma inviato dal Lingotto ai tre lavoratori, due dei quali delegati del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, in cui li invita a restare a casa.

”Non lo permetteremo”, aggiunge. Per questo, fa sapere, ”in queste ore stiamo lavorando con i nostri legali ad una diffida da presentare all’azienda perche’ rispetti il decreto esecutivo di reintegro emesso dal giudice del lavoro”. ”Se la Fiat – dice ancora Landini – lunedi’ non fa rientrare i tre operai in fabbrica commette un reato e continua con una condotta antisindacale”.

Il comportamento della Fiat, secondo il numero uno della Fiom-Cgil, ”non mi pare vada su una strada utile per ripristinare corrette relazioni industriali. Una strada che dovrebbe coinvolgere tutte le organizzazioni sindacali, visto che si stanno calpestando i diritti dei lavoratori”, sostiene.

Peraltro, dice ancora Landini, ”in 48 ore, siamo stati di fronte a due posizioni diverse dell’azienda, che aveva prima scritto ai nostri legali sostenendo che avrebbe rispettato e applicato il decreto. Poi due giorni dopo, praticamente li mette a libro paga… un paradosso. Come mai ha cambiato idea, cosa sta succedendo? Ma noi siamo persone serie, lavoriamo con dignita’. E chiediamo il rispetto del decreto del giudice. Non accettiamo cose diverse. Siamo pronti ad agire sotto ogni punto vista, ci auguriamo di non doverlo fare e che l’azienda faccia prevalere la ragionevolezza e la saggezza”.

”Se davvero vuole ricostruire corrette relazioni sindacali – conclude Landini – l’abc sarebbe applicare il decreto di reintegro immediato”.