Migranti, Livorno: “Arrivati dopo una petit crociera”. In tanti vogliono rimanere in Italia

Pubblicato il 5 Aprile 2011 - 23:34 OLTRE 6 MESI FA

Sbarchi a Lampedusa (foto LaPresse)

LIVORNO – Chi dice di essere laureato in economia e di essere fuggito dalla Tunisia per non aver trovato lavoro, chi ha lo zio a Bologna o il fratello che fa il camionista a Cesena. E chi fa i complimenti ai lampedusani e alla loro isola, non parlando una parola di italiano ma riescono a canticchiare Toto Cutugno: ‘Sono un italiano vero’.

I 30 migranti ospitati all’ostello in stile liberty immerso nel verde di Livorno, Villa Morazzana, sono ancora tutti lì: nessuno si è allontanato dopo l’arrivo nella notte scorsa. Stamani gli agenti dell’ufficio immigrazione li hanno portati a coppie a fare il fotosegnalamento in questura, poi ognuno avrà un tesserino da fissare al petto per entrare e uscire dalla struttura. Uno su 5 ha la bronchite, dicono i medici del 118, per aver dormito per una settimana all’addiaccio: ”Lampedusa è bella e la gente di Lampedusa è  buona – dice Ahmed in francese – io ci abiterei, se trovassi un lavoro li”’.

Dopo l’esperienza sull’isola presa d’assalto dagli sbarchi (‘Ci davano da mangiare poco e male’), definiscono il lunghissimo viaggio sulla nave ‘La Superba’ una ‘petit crociera’. Leggono i giornali e qualcuno si riconosce divertito nelle foto: ”Quanti giornalisti ci sono qui!” esclama uno.

Nessuno sembra superare i 35 anni: ”Voglio iscrivermi all’università, voglio studiare – dice uno di loro – ma per restare qui mi hanno spiegato che prima è meglio cercare un lavoro”. In Francia? ”No, in Italia: ci troviamo bene qui, gli italiani sono aperti, proprio come i tunisini”. Anche i cinquanta migranti arrivati nella frazione del comune di Monte San Savino (Arezzo) sono tutti uomini in età compresa tra i venti e i trentacinque anni.

Due di loro accettano di parlare ed esprimendosi in un francese stentato raccontano di essere fuggiti dalla Tunisia perché nel loro paese la situazione è difficile, la maggioranza spera di poter raggiungere al più presto la Francia ma anche nel loro gruppo qualcuno ha espresso il desiderio di voler restare in Italia per lavorare.

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