Milano: cestinate o archiviate le tesi all’università Statale?

Pubblicato il 8 Marzo 2011 - 17:50 OLTRE 6 MESI FA

Un'aula gremita della Statale di Milano

MILANO – Nel suo “Come si fa una tesi di laurea”, prezioso manuale per gli spauriti tesisti di tutti i tempi, Umberto Eco scrisse, tra le norme dalle quali mai transigere durante la stesura del proprio saggio, che “la tesi è come il maiale: non si butta via niente”. Un’espressione forse un po’ colorita, ma certo chiara se riletta guardando le montagne di appunti e carte varie che si accumulano negli ultimi mesi di università.

Oltre a non buttare gli appunti, sarebbe buona norma non buttare soprattutto le tesi. Dopo aver rinvenuto dei tomi sospetti nei contenitori della carta dei corridoi dell’Università di Scienze Politiche presso la Statale di Milano; alcuni studenti hanno registrato un breve video, postato per poche ore anonimamente su Facebook e poi da loro stesso rimosso, nel quale si scopre che il frutto di tante fatiche finisce ingloriosamente al macero.

Uno smacco non da poco che si somma alla frustrazione che spesso accompagna gli studenti che hanno il tacito dubbio che nessuno degni uno sguardo il loro lavoro e che la chiaccherata della discussione sia poco più che una formalità. Ma che fine fanno davvero le tesi? Cestinate, sentenzia sicura la rete dopo aver visto il commentatissimo video. Assolutamente conservate, risponde Stefano Ceriani, responsabile dell’archivio tesi dell’università di Milano.

Probabilmente succedono entrambe le cose: secondo le spiegazioni fornite dall’Ateneo “le copie rinvenute sono quelle che il docente relatore conserva dopo la discussione della tesi, ed egli ne può fare ciò che desidera. Sarebbe forse meglio che contattasse lo studente per ridargliela, piuttosto che gettarla, ma non vi sono irregolarità”.

Dunque è vero che le tesi finiscono nel cestino, ma si tratta solo di una delle copie che gli studenti consegnano. L’altra rimane in archivio, insieme alle microfiches. Lo conferma l’archivio “Non buttiamo via niente, con buona pace dello spazio che non basta mai- dice Ceriani- e se non ci crede mi dica il suo nome, così recupero subito la sua laurea”.