Milano. Tentano una rapina, ma squilla il telefono: “Carabinieri”. Sei arresti

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 - 16:22 OLTRE 6 MESI FA

Sei rapinatori professionisti, ”seriali” e tutti italiani, con una lunga lista di precedenti alle spalle che usavano per colpire parrucche, maschere di lattice sul modello Diabolik, armati fino ai denti. I carabinieri del Nucleo antirapina di Milano li hanno sorpresi ieri lunedì 11 ottobre attorno alle 15 in una filiale di banca Intesa, in via Ettore Ponti, mentre erano nell’istituto dove avevano in ostaggio dieci persone tra direttore, dipendenti e clienti. I carabinieri erano da tempo sulle tracce della banda e con un servizio di pedinamento e intelligence avevano intuito, nonostante i depistaggi dei criminali, che stavano per fare irruzione proprio in quella banca. Per questo motivo l’istituto di credito era stato circondato da una trentina di militari e decine di radiomobili, tant’e’ che al momento degli arresti, movimentati (uno dei banditi ha tentato una fuga sui tetti), alcuni passanti si erano convinti che si stesse girando una scena di azione della ennesima fiction o di un film che aveva come location Milano.

La scena è stata anche ripresa e messa in rete su You tube. Un carabiniere ”negoziatore”, un maresciallo, dopo aver visto che due banditi, travestiti da donna erano in banca, insieme ad un terzo bandito, in attesa che il timer aprisse il caveau dove era custodito circa un milione di euro, li ha contattati su una utenza che era stata tracciata durante le indagini. ”Sono un carabiniere – ha detto al telefono – arrendetevi, non avete via di scampo la banca è circondata”.

I due sono fuggiti da una porta secondaria e si sono rifugiati in un condominio facendosi aprire da una signora che hanno minacciato a costretta a dare loro abiti maschili con cui hanno tentato di proseguire invano la fuga. Un terzo bandito è stato bloccato sui tetti. Mentre gli altri tre – due che facevano da palo e il capo della banda – sono stati bloccati successivamente. Le indagini dei carabinieri mirano ora ad accertare se la banda abbia commesso altre rapine a Milano e in provincia di Pavia. Il modus operandi dei criminali era particolarmente scrupoloso. Usavano travestimenti – è stato anche sequestrato un caso da postino, parrucche, baffi finti, maschere di lattice e in particolare un calco – e miravano, secondo le indagini, non ai ”pochi spiccioli” della casse delle banche, ma ai caveau. I criminali usavano per le ricognizioni, una sofisticata telecamera celata in una confezione di kleenex con cui monitoravano gli orari di apertura, quelli dei dipendenti l’ arrivo dei portavalori. I carabinieri hanno sequestrato cinque pistole (abbandonate in banca) più altre due trovate dopo alcune perquisizioni oltre a un ingente numero di munizioni e caricatori. In manette sono finiti Luciano Beccalli, 54 anni, il capo della banda, il fratello Oscar, 25 anni, Maurizio Tripi, 45 anni, Salvatore Maddà, 41 anni, unico incensurato, Maurizio Statuto, 43 anni e Michele Mennoia, 55 anni, originario di Canosa di Puglia, gli altri tutti originari della Lombardia.