Mummia Oetzi, aveva ulcera, venne da India 5mila anni fa…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2016 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA
Mummia Oetzi, un batterio per ricostruire storia migrazioni

Mummia Oetzi, un batterio per ricostruire storia migrazioni

ROMA – La mummia Oetzi aveva ulcera o gastrite e arrivò dalla India sulle Alpi Venoste, fra Italia e Austria, oltre 5 mila anni fa. Un batterio trovato all’interno dello stomaco della mummia Oetzi ha aiutato a ricostruire la storia delle migrazioni umane. La mummia, che ha oltre 5mila anni ed è stata trovata 25 anni fa tra i ghiacci del Similaun, cela tracce di Helicobacter pylori e studiandone il Dna gli scienziati, coordinati dall’Accademia Europea di Bolzano.

Un ritrovamento che contraddice quanto creduto finora, cioè che quando le popolazioni del Neolitico abbandonarono la vita nomade per dedicarsi all’agricoltura avessero già il ceppo europeo del batterio ancora oggi in circolazione, proveniente dal Nord-Africa.

Il batterio è stato trovato nei resti dello stomaco di Oetzi, è noto per provocare gastrite e ulcera, e risale all’età del rame. La sua scoperta dimostra che le migrazioni sono andate diversamente da quanto ipotizzato e aiuta a ricostruire la geografia delle antiche popolazioni umane. L’Helicobacter pylori è infatti un batterio che convive con l’uomo da tempi antichissimi, tanto che ricostruirne la storia significa seguire anche gli spostamenti delle popolazioni umane.

La ricerca, coordinata da Frank Maixner, si è basata su minuscoli campioni di tessuto dello stomaco prelevati dalla mummia. E’ emerso che il batterio era potenzialmente virulento e doveva provocare non pochi fastidi all’uomo del Similaun. Albert Zink, uno degli autori principali, ha spiegato:

“Non è possibile stabilire con certezza se Oetzi avesse problemi di stomaco. C’erano comunque le precondizioni per la malattia, una gastrite o forse l’ulcera”.

La mappa del Dna ha indicato inoltre che il batterio apparteneva ad un ceppo proveniente dall’India, più antico rispetto ai ceppi nordafricani. L’ipotesi è allora che in passato coesistessero due ceppi di Helicobacter pylori, uno asiatico e uno nordafricano, e che questi si siano ricombinati nel ceppo che oggi è il più comune nelle popolazioni europee. Ciò indicherebbe che le migrazioni che hanno portato gli Europei ad ereditare l’Helicobacter pylori proveniente dal Nord Africa siano avvenute dopo l’Età del rame.