Napoli, i boss e i santi gli unici “antidoti” contro le montagne di “munnezza”

Pubblicato il 25 Novembre 2010 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA

Padre Pio o i boss. Tertium, che poi in teoria dovrebbe essere lo Stato, non datur. A Napoli e dintorni “funziona” così: la “munnezza” si ammucchia nelle strade, non in tutte. Alcune si salvano. Quali? Quelle dove i boss non gradiscono che si “scarichi” e quelle dove, qualcuno ha pensato di mettere la statua di un santo (il frate da Pietralcina il più gettonato, batte persino San Gennaro) o di una Madonna. La spazzatura in casa non si può tenere, ma mettere il sacco vicino ad un’icona della Vergine è qualcosa che, di norma, non si ha l’ardire di fare.

Santi a parte, più inquietante è la faccenda dei boss.  Racconta Goffredo Buccini sul Corriere della Sera che a  vicolo Lungo Trinità degli Spagnoli, in mezzo al rione Montecalvario di Napoli, ci sono dieci metri di strada “lindi e pinti”. Attorno campeggiano le montagne di spazzatura. Là no. Qualcuno ha messo un cartello: “NON (maiuscolo) gettate spazzatura”. E nessuno getta spazzatura. Chi ha messo il cartello, insomma, sa di avere “autorità” sufficiente per non essere sfidato. La difesa di un feudo in una città assediata dalla “munnezza”.

Buccini chiacchiera con uno che ai quartieri Spagnoli ci vive, un certo Gianni, evidentemente sprovvisto sia dalla protezione dei santi sia da quella dei boss. E Gianni gli spiega che  “nella sua strada, Vico Lungo Concordia, vengono a buttare sacchetti e detriti da altri sette vicoli attorno: lui e i suoi vicini, sempre buoni e zitti. Quelli dei vicoli attorno si sono tolti pure i cassonetti da sotto casa, tanto la discarica ce l’hanno là dietro, dalle parti di Gianni. «Toccherebbe fare questione, ma ti vai a appiccicare soltanto, meglio di no»”.

Intanto in città gente comune e rappresentanti di associazioni e sindacati si chiedono perché ancora non sia stato proclamato lo stato d’emergenza. Eppure i rischi, anche sanitari, sembrano esserci.  “Mi domando – dice Lina Lucci segretario generale della Cisl campana – come mai la Iervolino non chieda lo stato d’emergenza, come mai il governo non decreti lo stato d’emergenza, in questo che è un vero stato d’emergenza. Il governo ha un problema di immagine, ma la Iervolino?”.

Lo stato d’emergenza, probabilmente, sarebbe una prima cosa. Forse potrebbe allentare la morsa dei rifiuti. Una cosa salubre per quasi tutti i napoletani. A chi, invece, basta mettere un cartello per avere la sua “zona franca” non cambierà comunque nulla.

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