Napolitano attacca Berlusconi, difende Fini, ma era giusto farlo? Con interviste a giornali?

Pubblicato il 14 Agosto 2010 - 17:27 OLTRE 6 MESI FA

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Napolitano e Fini

Non era mai successo che un presidente della Repubblica parlasse in modo così esplicito in favore di un politico, per quanto in un alto ruolo istituzionale e lo facesse con interviste ai giornali.

Ma proprio per questo l’attacco di Giorgio Napolitano al capo del Governo, Silvio Berlusconi lascia un po’ perplessi.

Napolitano parte da una preoccupazione sacrosanta che è l’imbarbarimento della vita politica italiana, e questo è sacrosanto; mette un punto fermo al chiacchiericcio sulle elezioni anticipate, e questo ci voleva; ma interviene anche in difesa di un uomo politico che, se ricopre una carica istituzionale, non è per designazione divina o plebiscitaria ma per un accordo politico col capo del suo partito che lui ora contesta. E lo contesta da politico e non da presidente della Camera.

Napolitano avrebbe dovuto però preoccuparsi anche quando Fini contribuì ad abbassare il livello della politica attaccando Berlusconi in piena assemblea di partito e esprimendo delle opinioni, giuste e sacrosante senza dubbio, ma che per la carica non avrebbe dovuto dire, sulle pessime leggi che stavano a cuore al suo capo. Avrebbe dovuto chiedergli allora di scegliere tra il ruolo istituzionale e quello politico.

La cosa un po’ sconfortante è che questa uscita presidenziale è un po’ un altro segno della degenerazione della vita politica italiana. E il fatto che ci sia messo un signore così accorto, moderato, equlibrato cone Napolitano non può non lasciare l’amaro in bocca.

In questa degenerazione progressiva del confronto politico, c’era un riferimento di equilibrio, il presidente della Repubblica. Dopo il turbine Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e ora Giorgio Napolitano avevano ridato decoro all’istituzione, facendo anche politica, ma sempre nell’ambito dei binari tracciati dalla Costituzione che stabilisce limiti precisi alle prese di posizione pubbliche del capo dello Stato.

Parlare agli italiani attraverso i giornali e intervenire pubblicamente in difesa di un politico sono cose che finora non si erano viste, né le giustificano le continue affermazioni eversive di Berlusconi. Se il Presidente trova che le parole e i comportamenti di Berlusconi comportino rischi per l’Italia e per la democrazia, ha uno strumento, il messaggio alle Camere. Tutto il resto è rendere più facile il gioco dell’eversione.