Non sopporta la famiglia, chiede di tornare in carcere

Pubblicato il 30 Aprile 2010 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA

Meglio il carcere che la famiglia. Così deve aver pensato il signor Antonio P., originario di Sarno (Salerno) quando ha chiamato i Carabinieri e davanti a loro ha varcato apposta la soglia di casa per simulare una sorta di evasione che invalidasse i suoi arresti domiciliari e lo facesse tornare così in carcere. Tutto questo perchè per lui ormai “era impossibile la convivenza con i familiari”.

Il signor Antonio si è ritrovato, dunque, con un’accusa di evasione sulle spalle, ma la Cassazione ha escluso che si fosse realizzato il reato. Condannato per evasione dai domiciliari dalla Corte d’Appello di Salerno, il signor Antonio nel ricorso in Cassazione aveva sostenuto che “intenzionalmente, alla presenza dei Carabinieri” aveva realizzato una “condizione fattuale” per “determinare il rientro in carcere” e “porre immediata fine alla misura cautelare che considerava insopportabile per le disturbate relazioni domestiche con i familiari”.

La Sesta Sezione Penale gli ha dato ragione. Secondo i supremi giudici, sentenza n.16673, considerando che era stato lo stesso “aspirante evasore” ad esigere “la presenza dei carabinieri nel luogo dei domiciliari”, li ha così “attesi all’uscio, esprimendo con toni accesi la volontà di voler rientrare in carcere”, comunicando “l’impossibilità del permanere della convivenza” con la propria famiglia, era chiaro che “non voleva sottrarsi ai controlli di legge ma ottenere semplicemente una impropria modifica del regime cautelare in atto”. Pertanto la condanna è stata annullata.