Nucleare: la ritirata di Berlusconi e i suoi, un trucco per far saltare il referendum

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 19 Aprile 2011 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA
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Giuseppe Giulietti

ROMA – Il governo ha deciso di battere in ritirata sul nucleare e ha così deciso di affondare tutte e decisioni già prese per la individuazione dei nuovi siti. “È una clamorosa truffa, un bidone per oscurare gli altri referendum e far così mancare il quorum”, hanno subito protestato gli esponenti della Italia dei valori che avevano promosso la raccolta delle firme.

Non vi è dubbio che la decisione sia stata assunta anche, ma non solo, per raggiungere questo obiettivo, tuttavia dentro questo clamoroso dientro front che mette in mutande i ministri che avevano sostenuto il contrario, si nascondono altre motivazioni.

Berlusconi ha in mano sondaggi disastrosi, sia in materia di elezioni amministrative, sia in relazione ai quesiti referendari, con particolare riferimento proprio a quello sul nucleare, trascinato anche dal disastro giapponese e dalla forza di immagini che hanno travolto la lunga e costosa campagna promossa dai nuclearisti con il sostegno pieno dello stesso Berlusconi.

Di fronte al rischio sconfitta il Cavaliere ha preferito cominciare a buttare a mare la zavorra, o meglio quello che meno gli interessa, perchè non sfiora direttamente il suo conflitto di interesse. E allora perchè non provarle tutte, perchè non liberarsi di una competizione elettorale che avrebbe potuto trascinare al successo anche i referendum sull’acqua pubblica e quello sul legittimo impedimento che il presidente del consiglio vive come un vero e proprio oltraggio alla sua persona.

Eppure questo gesto, furbo e spregiudicato, rivela anche la debolezza di un uomo he ha perso il controllo di sè, costretto ad invenzioni continue, pur di salvare immunità ed impunità ,ormai contestato persino dai fedelissimi, a cominciare da Stefania Craxi che lo ha invitato a smetterla con le barzellette.

Il tentativo di annullare il quesito referendario svela la preoccupazione, anzi il terrore, di chi teme di perdere le elezioni amministrative e di perderle anche nel feudo di Milano, e subito dopo di vedersi battuto anche ai referendum.

Hanno ragione i comitati referendari a denunciare il rischio dell’imbroglio, ma dovrebbero anche incassare il primo risultato della loro azione: il presidente ha alzato bandiera bianca sul nucleare, questo è un risultato che va comunque ascritto a merito di chi lo ha promosso e di chi lo ha firmato.

Se fossimo in loro chiederemmo ora al governo di fare un altro imbroglio e di abrogare anche le norme sulla privatizzazione dell’acqua e soprattutto quelle sul legittimo impedimento, a forza di imbrogliare gli altri, ormai ha iniziato a imbrogliare se stesso, ma ancora non lo sa.