Caso Orlandi: verso riapertura della tomba di “Renatino” De Pedis

Pubblicato il 12 Novembre 2010 - 17:51 OLTRE 6 MESI FA

La tomba di Renato De Pedis, detto ”Renatino”, il boss della Banda della Magliana ucciso il 2 febbraio 1990 e sepolto nella basilica di Santa Apollinare, a Roma, sarà probabilmente aperta. In procura, dove si indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta nel 1983, non trapelano indiscrezioni, ma l’eventuale apertura del sepolcro, secondo quanto si e’ appreso, appare sempre piu’ vicina alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini.

L’eventuale riapertura della tomba servirebbe agli inquirenti per cercare possibili elementi utili per il prosieguo degli accertamenti e per rafforzare il collegamento tra la scomparsa della ragazza e De Pedis, indicato dall’ex amante Sabrina Minardi come l’esecutore del rapimento e il responsabile dell’occultamento del cadavere. Alla probabile iniziativa della procura non potrebbero opporsi ne’ il Vaticano, poiche’ la basilica di Santa Apollinare non e’ da considerarsi extraterritoriale, ne’ i familiari di De Pedis.

Lo spunto per l’apertura della tomba è arrivato, tra l’altro, da una telefonata anonima fatta alla redazione di ”Chi l’ha visto?” alcuni anni fa: ”Se volete saperne di più su Emanuela Orlandi, guardate nella tomba di De Pedis” disse lo sconosciuto. Secondo i risultati di una perizia fonetica l’anonimo sarebbe il figlio di una persona legata alla banda della Magliana e in particolare a ”Renatino”. Ad ogni modo, quel riferimento è stato oggetto di quesiti posti dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e da sostituto Simona Maisto, titolari degli accertamenti, a vari testimoni ascoltati negli ultimi tempi.

E nel corso di questi atti istruttori sarebbero emersi ulteriori spunti investigativi. Per la scomparsa della Orlandi, all’epoca dei fatti quindicenne, sono indagate quattro persone; Sergio Virtù, 49 anni, Angelo Cassani, 49 anni, detto ”Ciletto”, Gianfranco Cerboni, 47 anni, detto ”Giggetto”, e Sabrina Minardi.