Parmalat, le motivazioni della condanna a Tanzi: “Sue le decisioni criminali”

Pubblicato il 5 Marzo 2011 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA

Calisto Tanzi

PARMA – Per i magistrati di Parma Calisto Tanzi non è mai stato semplice spettatore della miriade di trucchi contabili e finanziari che hanno consentito a Parmalat di galleggiare almeno per gli ultimi tredici anni, fino all’abisso dei 14 miliardi di euro di debito in cui sprofondò nel dicembre 2003.

I giudici del tribunale di Parma, che lo scorso 9 dicembre l’hanno condannato a 18 anni, non hanno dubbi: fu principalmente di Tanzi la ”decisione criminale di gestire la Parmalat al di fuori di ogni regola economica e giuridica”.

”Non può ritenersi vera neppure la circostanza – si legge nella motivazione della condanna di Tanzi e del suo gruppo dirigente, anticipata dalla Gazzetta di Parma e depositata due giorni fa – che Tanzi si sia limitato ad ordinare ad altri (in primo luogo Tonna e Zini) l’esecuzione dei falsi e delle frodi, risultando al contrario che egli in realtà approvava le singole operazioni, delle quali veniva costantemente informato, e in alcuni casi partecipava all’ideazione delle stesse”.