Piacenza, imprenditore Savi rivela: “Ero un infiltrato dei servizi segreti”

Pubblicato il 4 Maggio 2010 - 15:36 OLTRE 6 MESI FA

L’imprenditore piacentino Guglielmo Savi ha ammesso di essere stato legato ai servizi segreti italiani e americani. In un’intervista rilasciata al Tgr dell’Emilia Romagna Savi fa detto: “Sì, esatto, confermo. Ero stato reclutato anni fa dai servizi segreti italiani e dalla Cia per fare l’infiltrato”.

L’imprenditore è titolare della Sirio di Roveleto di Cadeo, settore telecomunicazioni. Savi è una delle nove persone finite in carcere il 3 marzo scorso nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Milano sull’esportazione di armi in Iran.

Nell’intervista, Savi esclude un suo coinvolgimento nel traffico d’armi e spiega la funzione della ditta in Romania che era finita nel mirino degli inquirenti: “Quello che si sta facendo in Italia per il digitale terrestre, lo si dovrà fare anche Iran e noi avevano aperto legalmente questa ditta in Romania per esportare le apparecchiature in Iran a minor costo, perché la mano d’opera in Romania costa meno”.

Savi racconta inoltre come ha iniziato la sua collaborazione con i servizi: “Sono stato contattato perché lavoravo nel campo delle telecomunicazioni con apparecchiature di sofisticata tecnologia”. L’intervista si chiude con Savi che spiega di essere ormai un informatore “bruciato”: “Con questa vicenda si chiude la mia collaborazione con i servizi italiani e la Cia”.