Con il Decreto sul poker on line il giocatore dovrà decidere il limite massimo di perdita

Pubblicato il 4 Febbraio 2011 - 19:42 OLTRE 6 MESI FA

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei Decreti relativi che autorizzano i “casino on line” e al “Poker in modalità cash game” l’Italia prova a mettere un argine al limite complessivo alla spesa che il singolo giocatore potrà puntare dal proprio computer nelle chat dei giochi d’azzardo.

Gli appassionati di rulette, black jack, slot machine, chemin, dadi e soprattutto poker in modalità cash game avranno a che fare infatti con una legge molto innovativa che prova a frenare le epiche sfide per centinaia di migliaia di euro e dollari che si leggono nei siti specializzati.

In realtà, dalla modalità da torneo sviluppata in un anno e mezzo (partite da un minimo di 50 centesimi oggi innalzate, sempre tramite decreto, a un tetto massimo di 250 euro) si passa ad una formula più rischiosa che prevede di puntare con i  propri soldi contro il banco, o contro quelli di un avversario. Qui,il limite massimo di puntata è stato fissato a mille euro.

La cosa che cambierà ponendo un argine è invece il limite complessivo del portafoglio del singolo giocatore. Spiega Fabio Felici direttore di Agicos, agenzia specializzata sui giochi: “”In particolare il decreto stabilisce che all’apertura del conto di gioco, l’utente debba obbligatoriamente indicare il limite di spesa massima settimanale o mensile. Si tratta di una forma di autoregolamentazione (il giocatore potrà indicare una cifra qualsiasi, anche molto alta) che però dovrebbe frenare i soggetti che si lasciano prendere eccessivamente dalla passione per il gioco. Se infatti sarà possibile in qualunque momento abbassare la spesa indicata, per aumentare il limite occorrerà un preavviso di una settimana, misura decisa per evitare che la perdita di alcune partite possa portare a scelte impulsive”.

L’altra misura adottata dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato riguarda la certificazione delle piattaforme di gioco. Anche in questo caso l’Italia si dimostra all’avanguardia e chiede che le circa 30 piattaforme di gioco vengano testate, esaminate nei minimi dettagli, e quindi “blindate” con una firma digitale da laboratori internazionali specializzati.