Un’insegnante precaria scrive alla figlia: “Che studi a fare? Tanto non paga”

Pubblicato il 6 Settembre 2010 - 17:21 OLTRE 6 MESI FA

La scuola italiana è in crisi? Una docente precaria ha consigliato alla figlia di non impegnarsi più di tanto, perché lo studio “non paga”. La lettera è stata scritta da Rosalinda Gianguzzi, un’insegnante siciliana ”delusa” dai tagli della riforma Gelmini.

Ecco il contenuto della lettera: ”Mio dolcissimo amore, al momento posso solo dirti che lo studio non paga, non rende migliori, rende dei falliti, non serve a niente: meglio imparare un mestiere, ragionare poco, e guadagnare presto”.

”Quel giorno sta arrivando amore mio, davvero presto, ma io non varcherò con te quella soglia. La mamma resterà fuori, a lottare, perche’ quella scuola dalla quale sono stata brutalmente estromessa, quella scuola che ho contribuito a rendere una delle migliori del mondo, quella scuola in cui credevo e che amavo, sia buona anche per te e per tua sorella l’anno prossimo”.

E ha aggiunto, sempre rivolta alla figlia: ”Quando mi dici ‘voglio insegnare’, non riesco a dirti che è il lavoro più bello del mondo, ma che i sacrifici per riuscire a farlo forse non valgono la pena. Anche perché come si diventa insegnanti? Ieri per concorso e titoli, oggi per residenza, domani per discrezionalità dei presidi: è veramente un tunnel senza fine”.

Ed ecco la conclusione sarcastica ed amara nello stesso tempo: ”Meglio frequentare le scuole di danza, tenervi a dieta, rendervi belle, appetibili, con pochi scrupoli, ambiziose per inserirvi facilmente nel mondo del lavoro”. Eppure nonostante tutto tra le righe prende corpo una speranza: ”Spero di riuscire a fare la mia piccola parte per mutare le cose presto, affinché la tua domanda non arrivi prima che io sia riuscita a cambiare la risposta”.