Il Rubygate ora ha anche il suo motore di ricerca: è BungleBungle, il Google in salsa “B.”

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 17 Febbraio 2011 - 18:05 OLTRE 6 MESI FA

Ruby-Karima el Marough

ROMA – Non è Google, non è Bing, non è Yahoo, ma a modo suo motore di ricerca lo è. Come è scritto nella descrizione della sua home page, si ispira alla grafica e al layout di Google. E le motivazioni di base sono le stesse del suo “collega” più celebre creato da Larry Page e Sergey Brin: “Aiutare l’utente ad accedere a informazioni difficili da recuperare”.

E’ proprio qui il punto centrale, l’anima di BungleBungle: nelle informazioni difficili da trovare, “informazioni che altri cercano di nascondere, confutare, sminuire”. Insomma, a chi non avesse capito il riferimento  si consiglia di leggere i sei link sotto la barra di ricerca: oltre a due che descrivono il sito (“Questo è Google?” e “Contattaci”) ci sono “Conflitto di interessi”, “Leggi ad personam”, “Tutto su B.”, “B. in English”. Sei rimandi che chiariscono oltre ogni possibile dubbio il significato del secondo pulsante dal nome “Mi sento intercettato”.

Ebbene sì, BungleBungle è il motore di ricerca del B. world, del mondo secondo B., che non è la Repubblica delle Banane o del Bunga Bunga perché altrimenti si rischia una querela, ma sempre di B si tratta.

Gli autori del sito chiariscono che “BungleBungle non ha partito, non ha colore”. E sulle notizie che intendono rivelare specificano: “se fosse anche vero che si sta violando la privacy di una persona è altrettanto vero che questa stessa persona, nel passato e nel presente ha fatto di tutto per manipolare le genti, dimostrando ipocrisia e falsità. È ora di cambiare, è ora di informarsi”.

Una piccola – o grande? – battaglia contro una forse reale forse solo immaginata censura strisciante nel Paese del Rubygate, come si può capire dai testi delle intercettazioni relative alla vicenda che vede coinvolta Karima el Marough.

“Verso la fine del 2010 il popolo italiano è stato spettatore di un vero e proprio scempio della politica e dell’uso che, ormai, ne fanno gli addetti ai lavori. Un vero e proprio intreccio di relazioni e rapporti basati esclusivamente su favoritismi (economici, politici, sessuali) è emerso dalle intercettazioni generando una vera e propria marea nera sociale”.

“Lo scopo – è scritto ancora nelle “informazioni sul progetto” – è comprensibile, è evidente che viviamo in un Paese nel quale i mass-media vengono pilotati per far filtrare quanto basta a riempire una scaletta che dia una mezzoretta di intrattenimento agli spettatori, spesso farcita di servizi spazzatura. È in atto un preoccupante e lento processo di mediocratizzazione della società che passa dall’istruzione e termina in ciò che vediamo ogni giorno in TV. BungleBungle è prima di tutto una provocazione e in secondo luogo uno strumento che si auspica possa aiutare l’utente ad avere accesso a informazioni difficili da reperire (in questo caso specifico le intercettazioni riguardanti il caso Ruby)”.

E sempre sul caso Karima: “Attualmente l’unica fonte per effettuare le ricerche sono le trascrizioni delle intercettazioni riguardanti il caso Ruby, il primo popolamento del Database è stato effettuato mediante un processo automatizzato ma ciò non toglie che ce ne potrebbero essere altri e potrebbero coinvolgere qualsiasi tipo di informazione ritenuta ‘scomoda’”.