Ruby, Fede: “Se i papponi pagassero le tasse non ci sarebbero casi simili”

Pubblicato il 10 Novembre 2010 - 00:06 OLTRE 6 MESI FA

”Se escort e papponi pagassero le tasse, eviteremmo casi come Ruby e la D’Addario”: ne è convinto Emilio Fede, intervistato da ‘Chi’ sul numero in edicola giovedì. ”Non mi va giù – ha raccontato il direttore del Tg4 – che la stampa mi abbia dato dell’indagato, senza che io abbia mai ricevuto un avviso di garanzia, che alcuni giornalisti si sveglino la mattina e facciano colazione con le veline a orologeria che arrivano direttamente dalla procura, che Gianfranco Fini sia stato indagato e poi archiviato nel giro di 24 ore e che la notizia si sia persa chissa’ in quali corridoi”.

Dopo aver ricordato al settimanale che le cene private del premier sono, appunto, private, Fede ha spiegato che “Mangiare con questa o quella ragazza non è reato”. Reato è invece, per il direttore del tg4, ”quando una persona, come quella tale Nadia Macrì, dichiara che, per mantenersi, fa la escort. Allora io mi chiedo: ma le tasse, su quei soldi guadagnati illegalmente, le paga? I ‘papponi’, che gestiscono le prostitute, pagano le tasse? Avanzerei una proposta di legge efficace. Cosi’ la prossima volta non ci saranno dubbi sul lavoro che fa Ruby o chi per essa”.

Sul coinvolgimento del premier nell’affaire Ruby, Fede ha detto: ”Silvio è un uomo generoso. Generoso anche nelle sue esternazioni. Quando dice di amare le donne, si scatena un putiferio. Ma nessuno sa che lui parla di tutte le donne. In primis, di sua madre Rosa, l’unica donna della sua vita”.