Per la salute mentale è meglio essere disoccupati che precari

Pubblicato il 26 Marzo 2011 - 02:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Per la salute della mente e’ meglio essere disoccupati, piuttosto che precari o sottopagati. Sembrera’ strano, ma sono queste le conclusioni di uno studio dell’Universita’ di Canberra – pubblicate sul periodico multimediale dell’Inail ‘Lavoro in sicurezza’ – che ha analizzato le opinioni e i comportamenti di sette mila lavoratori australiani.

Svolgere una professione in condizioni sfavorevoli, all’insegna dell’angoscia del rinnovo del contratto e di condizioni vessatorie, comporta piu’ stress rispetto al non avere affatto un’occupazione. Paradossalmente, dunque, se proprio si dovesse scegliere tra le due alternative, la chance preferibile sembrerebbe essere addirittura la disoccupazione. La ricerca ha comparato il grado di stress correlato a ciascuna delle due condizioni. Risultato: un lavoro precario e’ decisamente piu’ deleterio rispetto all’eventualita’ di non averla del tutto.

Nello studio pubblicato da ”Occupational and Environmental Medicine’ sono stati presi in considerazione diversi parametri: dalla salute mentale alle caratteristiche psicosociali del lavoro, dalla complessita’ delle mansioni svolte alla precarieta’, fino alla soddisfazione per lo stipendio. Se passare dalla disoccupazione a un buon impiego comporta un guadagno di tre punti nella scala della salute mentale, ottenerne uno non soddisfacente comporta in media la perdita di 5,6 punti.