Michele Santoro a Giuliano Ferrara: “Io non ho dietro la Cia e Berlusconi”

Pubblicato il 24 Marzo 2011 - 21:51 OLTRE 6 MESI FA

Michele Santoro

ROMA – Michele Santoro nell’anteprima di Annozero, replica alle accuse lanciate da Giuliano Ferrara nella puntata di martedì di Qui Radio Londra, nella quale invitava il conduttore a chiedere scusa per lo spazio dato all’ex pm Luigi De Magistris.

”Quando faccio qualcosa io dietro di me non ho l’ombra dell’Unione Sovietica, di Craxi, di Berlusconi, del Vaticano e nemmeno della Cia, faccio qualcosa, mi assumo la responsabilita’ e devo raccontare come va a finire”.

”Il problema – ha aggiunto – e’ che in questo paese se racconti uno storia, e questa storia dà fastidio a qualcuno, questo non ti porta un titolo di indipendenza, ma ti dicono che sei uno scemo, perché devi essere coperto da una parte oppure bipartisan. Le bombe dell’informazione si possono buttare ma devono essere intelligenti, come quelle di Giuliano Ferrara. Pensate quanto è intelligente prendere una trasmissione da Mediaset e riproporla sulla Rai senza cambiare niente, ti fa risparmiare un sacco di soldi. Pensate quando è geniale il dg della Rai, che riesce ad avere tutto questo gratis. Puntare, mirare, fuoco. Cosa e’ una bomba? No è il solito Giuliano Ferrara. Un botto che si sente fino a Napoli: e’ la solita ‘botta al muro”’.

”Lui può, nell’azienda nella quale io lavoro, insultarmi liberamente – ha detto inoltre il conduttore – e se mi chiama ‘compare’ nella sua trasmissione comodamente assestata dopo il Tg1, quella si chiama liberta’ di espressione, e se non porta mezza pezza di appoggio per sostenere le sue tesi e’ talento puro. Io tutto questo non solo non me lo posso, ma non me lo voglio nemmeno permettere”.

”E’ l’ultima volta che faccio riferimento a quello che dice Ferrara, la prossima volta da un orecchio mi entra e dall’altro mi esce – ha proseguito -. Dopo che un’inchiesta di De Magistris è stata archiviata secondo Ferrara dovrei chiedere scusa ai telespettatori. Ma è come se dopo la condanna di Previti per aver corrotto i giudici, fossi andato in televisione a dire: ‘Giuliano, Silvio, ora andate in ginocchio al santuario di Montevergine”.