Santoro, ultimo monologo? “Pronto a continuare in Rai per un euro a puntata”

Pubblicato il 9 Giugno 2011 - 21:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Caro Garimberti, ora siete liberi di decidere, mi dovete dire se questa trasmissione la volete o non la volete. Sono disponibile a farla anche l’anno prossimo per un euro a puntata”. Michele Santoro lascia e rilancia nello stesso tempo. Nel discorso-saluto che apre l’ultima puntata di Annozero il conduttore, in un monologo di 10 minuti, si rivolge al presidente della Rai,  racconta il suo lavorare nell’azienda senza mai esserne stato davvero parte. Dice di essere stanco di essere uno che “sta là per una sentenza” e poi piazza il colpo a sorpresa: “Non ho ancora firmato con nessuno,  posso continuare a collaborare con la Rai anche da domani”.

“Ho cominciato più di 30 anni fa in uno studio di Napoli – spiega Santoro – C’era un tecnico straordinario che veniva al lavoro in giacca a cravatta e non tollerava imperfezioni. Noi siamo della Rai, diceva. Guadagnavano bene, ma non era solo questo” .” Una volta – continua – un autista della Rai mi accompagnava in una trasferta e mi ha detto che era miliardario. Io gli ho chiesto: ma chi te lo fa fare a fare l’autista. E lui mi ha detto: Mi piace dire che sono della Rai”.

Santoro continua l’elogio dell’appartenenza. “Un’altra volta Funari mi ha chiesto, ma chi  è questo mago che fa questo miracolo delle luci? E’ il maestro Forconi, gli ho risposto,  lo stesso che ha fatto “La notte della Repubblica di Zavoli”. Uno della Rai”. “E Adriano Celentano? – incalza Santoro – Non è uno della Rai? E chi è che glielo impedisce da cinque anni, di fare un programma in Rai?” Santoro ha in mente un obiettivo preciso: “Ma il cdr Rai è della Rai?”. Quindi, dal conduttore, un cenno al suo possibile futuro: “All’annuncio di un mio possibile passaggio a La7, il loro titolo in Borsa ha guadagnato il 20%”.

Santoro torna quindi alla Rai, ed alle polemiche sul suo stipendio: “Io sono della Rai e sono acnhe figlio di un macchinista delle ferrovie che con cinque figli ha mandato cinque persone all’università. Voi avete una visione della vita in cui ci sono i ricchi e i poveri, e i ricchi devono fare la carità. Nella mia visione c’è prima la dignità del lavoro”. Lavoro, quello di Santoro, che ha portato soldi nelle casse della Rai: “Mentre Annozero incassava incassava decine di milioni in pubblicità, una parte di questi soldi veniva spesa dalla Rai per pagare gli avvocati per mandarmi via”.

Santoro, nel suo monologo, non risparmia neppure l’Agcom: “Siamo l’unico Paese del mondo in cui l’arbitro della comunicazione, l’Agcom , è espresso e lottizzato dai partiti”. Quindi spiega il motivo della sua scelta di lasciare la Rai:  “Si può resitere, ma l’ho spiegato alla mia amica Sabrina Ferilli, non si può sempre resistere, resistere, resistere”.  “L’annozero – aggiunge Santoro – è finito. E’ finito a Milano, a Napoli. La gente ha smesso di voler essere solo spettatore, vuole decidere. E decideranno ancora loro, domenica e lunedì”.

Il conduttore quindi spiega di voler essere o dentro a tutti gli effetti o fuori dalla Rai: “Io non voglio essere più in onda perché lo decidono i giudici. E se io avessi vinto in Cassazione  (dove si sarebbe dovuto discutere il ricorso della Rai contro Santoro, ndr) e ne sono certo, per me sarebbe stata ancora una volta una sconfitta, perché nessuno avrebbe riconosciuto che io sono della Rai”.

Santoro non risparmia il vecchio e il nuovo direttore generale dell’azienda: “Masi, del quale ci siamo liberati, non era artefice di niente. Ora abbiamo un dg che vorrebbe essere artefice di tutto. Lei ha un problema, deve prendere le misure dal confilitto di interessi. Ma se la mia andata via dalla Rai serve a evitare il bombardamento di tutto ciò che rende grande il servizio pubblico, da Gabanelli a Fazio a Guzzanti io prederisco andare via”.

Quindi il colpo finale: “Presidente Garimberti, ho fatto un accordo. Ma in questo accordo c’è scritto, attenzione, Santoro può continuare a collaborare con la Rai. Anche da domani. Vorrei capire se una trasmissione come questa voi la volete o non la volete. Ora che siete liberi, prendete posizione, questa trasmissione la volete o la no? Io non ho ancora firmato con nessuno, e sono disponibile a riprendere questo programma al costo di un euro a puntata”.