Sarah, i dubbi e le contraddizioni di zio Michele: ha davvero agito da solo?

Pubblicato il 13 Ottobre 2010 - 17:20 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

Zio Michele ha avuto dei complici? E’ questo l’interrogativo che si pongono gli inquirenti e una prima, incerta, risposta arriva proprio dall’interrogatorio di Michele Misseri, quello del 7 ottobre scorso in cui ha confessato l’omicidio della nipote Sarah Scazzi.

C’è un momento durante la confessione in cui l’uomo parla al plurale di quello che ha fatto dopo l’omicidio: ”Ho messo di nuovo il corpo di Sara in macchina, poi abbiamo parcheggiato…”, poi si corregge e continua a parlare al singolare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. La frase in questione è ripresa dal verbale dell’interrogatorio reso la notte del 7 ottobre, subito dopo che, su indicazione di Misseri, i carabinieri avevano ritrovato il corpo della ragazza.

E’ il momento in cui l’uomo sta ricostruendo con gli inquirenti le fasi successive all’omicidio (avvenuto il 26 agosto scorso). Racconta gli atti sessuali compiuti sul corpo, poi racconta di averlo rivestito e rimesso sull’automobile. ”Abbiamo parcheggiato … vicino alle canne. Ho parcheggiato”, si corregge subito dopo. E’ questa una delle questioni che gli inquirenti stanno accertando insieme agli altri elementi che sembrano stonati nella ricostruzione della storia. In particolare si sta verificando se la versione di Misseri sia vera in tutte le sue parti e anche se l’uomo abbia effettivamente agito da solo, come dice.

Uomo scaltro zio Michele, come ha dimostrato il 29 settembre, inscenando il ritrovamento del cellulare in un campo, piangendo e raccontando alle telecamere il suo strazio. E come aveva già fatto, una settimana dopo la scomparsa di Sarah, raccontando ai carabinieri di aver trovato la carta Sim del cellulare della ragazzina.

Dall’autopsia intanto emerge che lo strangolamento subito da Sarah è compatibile con la forza di una sola persona: tanto più che zio Michele, abituato a lavorare nei campi avrebbe avuto anche più forza di una persona normale.

Luigi Strada, direttore dell’istituto di medicina legale dell’università di Bari incaricato di eseguire l’autopsia sul corpo di Sarah Scazzi, ha detto che non è però possibile rilevare quale mano abbia stretto la corda intorno al collo di Sarah. Lo stesso Strada ha anche confermato che sta studiando il graffio riportato da Michele Misseri, precisando che la cicatrizzazione non permette di capire bene il nesso di casualità: “Voglio analizzarlo bene al computer, ingrandendolo, per rendermi conto se possa essere o meno compatibile con un tentativo di difesa da parte della ragazza”.

L’autopsia sul corpo non può svelare molti dettagli importanti: né sull’eventuale difesa della ragazza (le dita non si sono conservate bene, impossibile rilevare tracce di Dna) né sulla violenza sessuale post mortem: “Per me è impossibile stabilire se ci sia stata o no violenza. L’unica possibilità sono i tamponi del Dna che ho prelevato e che potranno dirci la verità”, ha detto Strada.