Sarah Scazzi, zia Cosima sta mentendo? C’è un buco di due ore nel suo alibi

Pubblicato il 25 Novembre 2010 - 15:36 OLTRE 6 MESI FA

C’è un “buco” di circa due ore nell’alibi di Cosima Serrano per la mattina del 26 agosto, giorno dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi: è la convinzione degli inquirenti che stanno cercando di ricostruire cosa sia accaduto quella mattina sulla base anche di dichiarazioni rese dalla stessa donna che per la Procura non sarebbero veritiere.

L’accertamento è legato all’eventualità che quella mattina Cosima possa essere stata testimone di episodi importanti ai fini del movente dell’assassinio. Cosima ha sempre riferito agli inquirenti di essersi recata a lavoro la mattina del 26 agosto, accompagnata in campagna con il pullmino di un mediatore. Sul libro delle presenze in possesso del mediatore Cosima risulta aver lavorato, ma la sua versione non combacia con alcune testimonianze.

Il marito, Michele Misseri, ha riferito che la donna era ancora a casa quella mattina intorno alle 8.30, e non quindi in campagna. Verso le 9 la donna non era più in casa e non c’era più in strada la sua auto, una Opel Astra. Sabrina era in casa insieme a Sarah ma potrebbe essere uscita intorno alle 10 con la cugina perché poco prima una cliente del laboratorio estetico di Sabrina, tornata nell’abitazione dopo aver fatto un trattamento estetico, ha visto Sabrina cambiata di abito come se fosse pronta per uscire. Inoltre Cosima risulta aver eseguito un versamento alla banca di Credito cooperativo di Avetrana alle 12.18, orario incompatibile con l’eventuale sua giornata lavorativa in campagna. Cosa sia accaduto in quelle due ore circa resta ancora un mistero. Sarah, secondo le attuali risultanze dell’inchiesta, sarebbe stata poi uccisa tra le 14.28 circa e 14.35 dello stesso giorno.