Sarah Scazzi, l’altro incubo di Michele Misseri: le sue terre senza più un padrone che le cura

Pubblicato il 19 Novembre 2010 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

Dopo l’incubo di Sarah Scazzi, dell’omicidio e la sofferenza in carcere Michele Misseri ha un altro dramma: le sue terre abbandonate, senza più un padrone che le curi. Quello che è stato dipinto da molti come lo zio “orco”, è in cella a Taranto da quando ha confessato prima di aver strangolato la nipote quindicenne ad Avetrana e di averla violentata, poi ha ritrattato e ha tirato in ballo la figlia Sabrina. Poi c’è stato anche il faccia a faccia.

Secondo quanto racconta la Gazzetta del Mezzogiorno in contrada Mosca, dove è stata trovata Sarah “il pozzo, nella terra argillosa, è colmo d’acqua piovana. Intorno, le erbe cattive e l’incolto avanzano”.

Le olive, nella campagna dei Misseri, non le raccoglie più nessuno. Delle prugne, delle albicocche, delle pesche intorno alle quali passava tutta la giornata non si occupa più lui.

Il figlio di Salvatore, fratello di Michele, dice: «Mio zio è molto preciso. Tornato dalla Germania ha imparato a fare la rimonda, gli innesti, a coltivare il vigneto. Molte cose le ha apprese da mio padre». Proprio Salvatore dopo la prima confessione del fratello lo aveva difeso: «Ve lo dico io, non è stato lui ad uccidere Sarah, sta coprendo qualcuno».

I suoi terreni, il suo patrimonio prezioso lo aveva intestato alla famiglia. “Il vigneto, comprato nel 2005, è intestato a Valentina, la figlia di 28 anni sposata a Roma. L’oliveto, invece, è cointestato a Michele e alla moglie Cosima, come la casa e la terra dei Tumani. A Sabrina, sarebbe toccato alla prossima occasione. Mosca, invece, è rimasta indivisa dopo la morte dei genitori. Gli otto fratelli e sorelle hanno preferito mantenerla così”, scrive la Gazzetta del Mezzogiorno.