Sarah Scazzi, zio Michele vicino ai domiciliari: “Potrebbe andare in convento”

Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

Michele Misseri potrebbe finire in un convento, l’uscita dal carcere potrebbe quindi essere questione di giorni. Il suo avvocato Daniele Galoppa – è emerso da indiscrezioni – depositerà a breve nella cancelleria del Tribunale la richiesta di scarcerazione per il suo assistito per sostituirla con la misura degli arresti domiciliari. Misseri, durante il recente incidente probatorio, ha ritrattato l’omicidio e la violenza su Sarah Scazzi, dando la colpa alla figlia Sabrina. Potrebbe quindi vedersi imputato solo per occultamento di cadavere e il giudice potrebbe decidere per i domiciliari. Ma l’ipotesi di rimanere in casa potrebbe sfumare per ragioni di opportunità e Misseri vorrebbe andare in convento.

L’ipotesi, ora lanciata anche dal suo avvocato, era stata avanzata dal consulente della difesa, Giancarlo Umani Ronchi, nel corso della trasmissione ‘Domenica Cinque’ in onda su Canale 5. ”Se dovessero dargli gli arresti domiciliari – ha spiegato Umani Ronchi – non potrebbe tornare nella sua casa e credo che gli avvocati abbiano pensato ad un convento visto che l’unico desiderio di Misseri è fare il contadino”. Il consulente ha poi sottolineato che durante l’incidente probatorio di venerdì scorso lo zio di Sarah era ”lucido e molto presente: ha detto delle cose logiche, credibili e non è mai caduto in contraddizione”. Però ha paura di sua figlia Sabrina. ”Temeva – ha detto il suo avvocato Daniele Galoppa nel corso della trasmissione ‘Domenica In – L’Arena’ su Rai 1 – che la figlia potesse aggredirlo in carcere”.

E per questo, prima dell’incidente probatorio, Misseri ha parlato con gli agenti della polizia penitenziaria. ”Pensava che potesse succedergli qualcosa e per questo li ha avvertiti”. Quanto alle contraddizioni in cui sarebbe caduto Michele durante l’interrogatorio di venerdì, soprattutto in relazione alla dinamica dell’omicidio, secondo l’avvocato altro non erano che un tentativo di proteggere Sabrina. ”In tutti i modi” aveva cercato di far credere ai magistrati che ”quello che era avvenuto fosse stato un incidente. Dicendo questo voleva alleggerire la posizione della figlia”.