Maltempo. Soverato, Imperia, Milano, Sestri Levante: la top ten dei posti più a rischio

Pubblicato il 3 Marzo 2011 - 18:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Al primo posto è la Calabria: Soverato, con il Torrente Beltrame, e le fiumare nel reggino, quindi Imperia con il torrente Argentina. E’ il podio dei luoghi più a rischio in Italia per il dissesto idrogeologico, sulla base di un rapporto di Legambiente. Emergenze del suolo che sono costate 650 milioni di euro nell’ultimo anno (di questi 300 milioni solo per il Veneto), secondo il conteggio fatto da Legambiente, sulla base di quanto stanziato dallo Stato attraverso ordinanze di Protezione civile, per fronteggiare il dissesto idrogeologico in Italia nel 2010.

Ma bisogna aggiungere altri 200 milioni di euro previsti dal decreto Milleproroghe per il 2011 e il 2012 come risarcimento per gli eventi che hanno colpito alcune regioni più colpite. Per la manutenzione del suolo – avverte Legambiente – però si dovranno intaccare le risorse destinate al Piano nazionale di prevenzione e mitigazione del rischio ”continuando a sottrarre denaro alla prevenzione” così necessaria all’Italia.

Legambiente stila allora una classifica dei luoghi in cui risuona ‘l’allarme rosso’ per i ”danni fatti dalla mano dell’uomo”, per esempio, con la ”cementificazione” selvaggia. Il primo della classifica si trova in Calabria: Torrente Beltrame a Soverato (Cz) che dieci anni fa è esondato causando una tragedia. Sono passati tanti anni ma il rischio è ancora alto. Pochi e inefficaci gli interventi che ”non hanno impedito di aprire una strada proprio nel letto del fiume” come accesso accesso a un rimessaggio di barche e a un locale notturno.

Al secondo posto si conferma la Calabria, con le circa 20 fiumare che scorrono nel territorio reggino. Nel torrente Annunziata, per esempio – svela Legambiente – è ”in costruzione un edificio di 400 alloggi per studenti dell’università; oppure ”la fiumara Pietrara e’ interamente tombata e quando piove diventa un condotto esplosivo”.

Per il terzo gradino del podio ci si sposta in Liguria a Imperia dove si trova il torrente Argentina: un mini-fiume che in piena può raggiungere portate pari a quelle di un grande corso d’acqua. Sempre in Liguria ci sono anche i torrenti di Sestri Levante a Genova. A seguire, in Piemonte il torrente Pellice (To), in Lombardia a Milano il fiume Seveso (a settembre un normale acquazzone ha provocato danni per 300 milioni e il blocco della metropolitana per dieci giorni). E ancora il rio San Girolamo a Capoterra in provincia di Cagliari, una zona in cui il cemento ha occupato alvei di fiumi violando le più elementari norme di sicurezza idrogeologica. All’ottavo posto della classifica, l’isola di Ischia (Na), soggetta a frane e a vere e proprie valanghe di fango, dove regna il cemento abusivo con 25.000 richieste di condono edilizio; al nono posto il torrente Dragone ad Atrani (Sa) a causa della gestione del territorio ”carente”. Chiudono i fiumi della Lunigiana (Lu) dove i fiumi e i torrenti vengono ”ristretti in spazi angusti” da ”opere artificiali”.