Lo strano caso dello “sparato” morto d’infarto. Medici ciechi o cronista visionario in Sicilia?

di Sergio Carli
Pubblicato il 15 Dicembre 2010 - 16:49 OLTRE 6 MESI FA

Lo strano caso dello “sparato” morto di infarto: si legge testualmente in un quotidiano nazionale: “E’ stato assassinato a Vittoria nel ragusano Giuseppe Licitra, 44 anni, titolare di Radio Centro Vittoria, una delle prime emittenti private locali e dipendente civile dei vigili urbani. Gli hanno sparato due colpi a una distanza di almeno due metri, uno sotto l’ascella e l’altra al braccio. Il corpo di Licitra è stato trovato nella sua auto posteggiata vicino ad una cartiera abbandonata. Ai passanti era sembrata una morte per infarto, anche i medici dell’ospedale se ne erano convinti, dopo un sommario esame del corpo. Sono stati gli addetti alle pompe funebri, durante la ricomposizione della salma, a scoprire quattro ore dopo i due fori e le tracce di sangue. Dalla loro segnalazione sono partite le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Monica Monego, che ha ordinato l’autopsia”.

Strano caso davvero: il quotidiano riporta, interrogandosi sul senso di quello che scrive come fa un pappagallo che si domanda il senso di quel che pronuncia. Riporta presumibilmente un “lancio” di agenzia di stampa, agenzia altrettanto consapevole di quel che mette in rete. Perché a leggere e non solo a pappagallare tutto non torna, tutto è incredibile. Passi per i passanti che creddono a un infarto, ma quanto “sommario” può essere un esame del corpo che non vede due buchi di proiettile di arma da fuoco. Non sanguinava, non aveva sangue nelle vene il povero Licitra? E le pallottole hanno attraversato i suoi abiti rispettose senza bucarli? Medici che non hanno visto quel che hanno visto gli addetti alle pompe funebri? La strana storia non sta in piedi, neanche un po’. Forse è la sporca storia non solo di un omicidio ma di un omicidio che si è provato a coprire con finto e complice, non frettoloso, esame medico, forse. Forse Licitra con la sua radio dava fastidio da vivo e anche da morto, forse. Forse è la storia confusa nella testa confusa di un cronista di provincia che scambia lucciole per lanterne e sforna un testo demenziale che poi passa alla stampa, forse. Forse è meglio che il sostituto procuratore, come primo atto del “coordinamento”, vada a scambiare due chiacchiere con qualcuno: o i medici ciechi o il cronista visionario.