Spazio. Nespoli, la Soyuz trasportata verso la rampa di lancio

Pubblicato il 26 Luglio 2017 - 16:53 OLTRE 6 MESI FA

 

Una Soyuz

Una Soyuz

RUSSIA,MOSCA – Mentre Paolo Nespoli e i suoi due compagni di viaggio firmano le loro foto con migliaia di autografi, giovedi mattina la Soyuz è partita alla volta della rampa di lancio alle 7:00 in punto come vuole la tradizione, rispettando lo stesso orario in cui nell’ottobre 1957 uscì il primo satellite della storia, lo Sputnik.

A trainare il tutto fino alla rampa di Baikonur, Kazakhstan, è il “Treno deC cosmo”, che deve schiacciare la tradizionale monetina lasciata sui binari. Sempre nel pieno rispetto dei riti tradizionali gli astronauti dell’equipaggio non possono assistere al trasporto perché pare che porti sfortuna, ma venerdì 28 luglio, alle 17:40 ora italiana, avranno posti in prima fila per la partenza.

L’acronimo Vita della missione sta per Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità e riflette bene gli esperimenti che AstroPaolo eseguirà nello spazio. Lui stesso ha contribuito anche allo sviluppo del logo della missione, in cui si distinguono tre elementi: un filamento di Dna come simbolo della vita e della scienza, un libro come simbolo della cultura e dell’istruzione, e la Terra come simbolo dell’umanità.

Il vasto programma scientifico della missione Vita comprende esperimenti di biologia, fisiologia umana, monitoraggio dell’ambiente spaziale, scienza dei materiali e dimostrazioni tecnologiche. Tutti gli esperimenti utilizzano il laboratorio “fuori da questo mondo”, per migliorare la vita sulla Terra o per prepararsi per future esplorazioni abitate del nostro sistema solare.

Quando non impegnato in esperimenti scientifici, Paolo lavorerà con i colleghi alla manutenzione della Stazione Spaziale, che nei prossimi mesi sarà abitata da un equipaggio di sei persone: oltre a Nespoli, Sergei Ryanzansky dell’agenzia spaziale russa Roscosmos e Randy Bresnik della Nasa, più i tre astronauti già a bordo, Fyodor Yurchikhin dell’agenzia spaziale russa, Jack Fischer e Peggy Whitson della Nasa.