Spazzatura spaziale: 20mila frammenti satelliti che ruotano intorno alla Terra

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2015 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Oltre 20mila frammenti di satelliti, alcuni piccoli alcuni decisamente enormi, orbitano intorno alla Terra. Detriti e rifiuti nello spazio che ormai sono definiti “space debris” o “spazzatura spaziale“. Non un pericolo attuale per il pianeta, ma che in futuro potrebbero rappresentare un problema serio e causare collisioni catastrofiche con i nuovi lanci di razzi e di satelliti. Per questo motivo da anni ormai l’imperativo è uno: trovare un modo di eliminare questa spazzatura spaziale.

Oggi esistono progetti di “clean space” e razzi e satelliti vengono programmati affinché le loro parti vengano sparate verso orbite lontane dalla Terra oppure rientrino sul pianeta, bruciando e disintegrandosi al contatto con l’atmosfera. Un accorgimento che, spiega Antonio Lo Campo su La Stampa, riguarda le ultime generazioni di propulsori, ma non elimina il problema della spazzatura spaziale:

“Un progetto europeo, avviato di recente, vede coinvolta anche una onlus privata italiana, la COSMO-SpaceLand, con sede a Torino e campus al Centro Spaziale Europeo in Belgio. Il progetto prevede di convertire un velivolo a fusoliera larga, come quelli da tempo utilizzati da SpaceLand per voli in assenza di peso a 11 chilometri di altezza, che grazie a speciali parabole creano condizioni cosiddette di “gravità zero” fruibili anche dal grande pubblico.

Il velivolo sarà anche in grado di portare in quota un veicolo spaziale per successive accensione dei motori ed inserimento in traiettoria sub-orbitale, con a bordo, nella sua stiva, l’ “acchiappasatelliti o detriti” dello spazio oppure nuovi satelliti da inserire in orbita ma dotati di sistemi per essere facilmente recuperate con lo stesso sistema”.

Carlo Viberti, Presidente SpaceLand, già responsabile tecnico dell’Ufficio Attività Astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea ESA e della tecnologia europea sulla stazione spaziale russa MIR, spiega a Lo Campo:

“«Il velivolo SpaceLand è attualmente in preparazione per la prima missione di volo in assenza di peso richiesta direttamente al nostro team da consorzi industriali high-tech europei. E’ una richiesta che giunge da importanti industrie di Varsavia e Madrid su incarico dell’ESA per il programma Clean Space. Il gigantesco laboratorio volante Zero-G SpaceLand ha una capacità di imbarcare fino a 80 persone per singolo volo, non solo tecnici e scienziati.

Ma anche osservatori e “turisti spaziali”, insieme a decine di apparati sperimentali; nel prossimo decollo, previsto per la tarda primavera, questo laboratorio volante consentirà di validare varie tecnologie di cattura dei detriti spaziali con l’obiettivo di ridurre il grave rischio di collisione catastrofica fra satelliti e spazzatura orbitale, attualmente stimato fino al 10 per cento: un rischio che sta diventando preoccupante»”.

L’ingegnere aerospaziale spiega dunque che l’esperimento va avanti:

“«Il nostro progetto prevede di trasferire in Italia il gigantesco DC-10-40F usato per i rifornimenti aerei dei cacciabombardieri del Governo degli Stati Uniti d’America e convertirlo nel primo grande laboratorio microgravitazionale per esperimenti a scopo civile, medico-scientifico e tecnologico, sia in condizioni di “zero- gravità”, sia in cosiddette “gravità lunare”, “gravità marziana” ed “ipogravità”, quest’ultima tipica di comete e asteroidi»”.