Se il prossimo conflitto sarà una cyberguerra, gli Usa la perderanno

Pubblicato il 27 Gennaio 2010 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA

La guerra del domani sarà totalmente digitale. E così, dopo i cyber-attacchi contro la rete di Google, anche il Pentagono ha pensato di correre ai ripari.

Per prepararsi a un assalto ai sistemi di comunicazione e finanziari, riporta il New York Times, gli americani hanno messo in atto una simulazione di cyberguerra. I risultati sono stati scoraggianti. Il nemico è avantaggiato sotto tutti i punti di vista: ha dalla sua parte l’effetto sorpresa, l’anonimato e l’imprevedibilità.

Inoltre, non è possibile stabilire il Paese da cui proviene l’assalto. In questo modo non si possono neanche minacciare rappresaglie per evitare ulteriori attacchi.

I recenti cyber-attacchi contro la rete di Google, che partono dalla Cina secondo quanto denunciato dal colosso di Internet, hanno sollevato «gravi preoccupazioni». È quanto ha dichiarato il segretario di Stato Hillary Clinton sottolineando che «ci rivolgiamo al governo cinese per una spiegazione».

La dichiarazione della Clinton alza i toni della cyberguerra tra Pechino e Google che ha portato i responsabili della compagnia di Mountain View a minacciare di abbandonare la Cina a seguito di «attacchi molto sofisticati e ben mirati contro ogni nostra infrastruttura partiti dalla Cina» il mese scorso.

«La possibilità di operare con sicurezza e fiducia nel cyberspazio è cruciale in una società ed in un’economia moderna» ha dichiarato il capo legale di Google David Drummond in una nota pubblicata sul sito della compagnia, in cui si denunciano violazioni da parte di hacker cinesi delle e-mail dei dissidenti cinesi.

Il segretario di Stato ha ricordato il ruolo svolto dalle nuove tecnologie, compresi i cellulari, negli ultimi eventi mondiali, dalle proteste per la democrazia in Iran ai salvataggi grazie a messaggi sms di persone rimaste sepolte nel terremoto di Haiti. Ma queste tecnologie possono essere anche male utilizzate, possono servire a diffondere le ideologie di al Qaeda o possono essere usate dai governi per la repressione del dissenso.

Un tempo c’era il muro di Berlino e i dissidenti che rischiavano la vita per distribuire samizdat. Oggi vengono eretti «muri virtuali» e una nuova «cortina dell’informazione» prova a bloccare i samizdat digitali, ha proseguito la Clinton, che ha collegato la libertà di usare Internet a diritti umani fondamentali come la libertà di associazione.