Supremazia quantistica, Google conferma: “200 secondi contro 10mila anni per processare”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2019 - 14:53 OLTRE 6 MESI FA
Supremazia quantistica, Google conferma

Rappresentazione grafica di particelle quantistiche e della loro capacità viaggiare simultaneamente in direzioni diverse (fonte: NTU, Singapore)

ROMA – I ricercatori di Google sono riusciti davvero a raggiungere la supremazia quantistica. Dopo le indiscrezioni trapelate qualche settimana fa, ora arriva l’annuncio ufficiale. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, i ricercatori di Google Ai Quantum guidati da Frank Arute hanno dimostrato di essere riusciti a raggiungere questo importante obiettivo tecnologico.

“Il nostro processore Sycamore impiega circa 200 secondi per campionare un’istanza di un circuito quantistico un milione di volte: i nostri benchmark indicano attualmente che per un supercomputer classico all’avanguardia questo stesso lavoro richiederebbe circa 10.000 anni. Questo consistente aumento di velocità rispetto a tutti gli algoritmi classici noti è una realizzazione sperimentale della supremazia quantistica”, scrivono nell’abstract che accompagna il paper.

La pubblicazione della ricerca sembra sgombrare il campo anche dalle polemiche che nelle settimane scorse avevano seguito la pubblicazione delle prime indiscrezioni a proposito del raggiungimento di questo significativo obiettivo ad opera dei ricercatori di Google. Proprio ieri un gruppo di ricercatori di IBM, l’altra azienda che sta lavorando per raggiungere lo stesso obiettivo, in un post avevano confutato le conclusioni cui erano giunti i ricercatori di Google e di cui erano già trapelate indiscrezioni.

I ricercatori IBM affermano che Google non ha sfruttato appieno il potenziale di archiviazione del supercomputer. Tenendo conto di ciò, hanno calcolato che in realtà sarebbe ragionevole per un supercomputer classico fare questo calcolo. “Una simulazione ideale della stessa attività può essere eseguita su un sistema classico in 2,5 giorni e con una fedeltà molto maggiore” quando viene sfruttata la memoria. “Questa – hanno spiegato i tecnici di IBM guidati da Jay Gambetta – è in realtà una stima prudente, nel caso peggiore, e prevediamo che con ulteriori perfezionamenti il ​​costo classico della simulazione possa essere ulteriormente ridotto”.

Queste considerazioni sembrano ora essere state spazzate via. In un articolo che accompagna la pubblicazione dei risultati raggiunti dai ricercatri di Google, la rivista Nature si spinge a presentare questo risultato raggiunto nel campo dell’informatica “una pietra miliare paragonabile al primo volo effettuato dai Fratelli Wright”.

“È necessario – si legge su Nature – molto lavoro prima che i computer quantistici diventino una realtà pratica. In particolare, dovranno essere sviluppati algoritmi che possono essere commercializzati e operanti sui rumorosi processori quantici su scala intermedia (soggetti a errori) che saranno disponibili a breve termine, e i ricercatori dovranno dimostrare protocolli robusti per la correzione di errori quantistici che consentiranno un funzionamento duraturo e tollerante ai guasti a lungo termine”.

“La dimostrazione di Arute e colleghi – continua l’articolo di Nature – ricorda in molti modi i primi voli dei fratelli Wright. Il loro aereo, il Wright Flyer, non è stato il primo veicolo aereo a volare e non ha risolto alcun problema di trasporto urgente. Né ha preannunciato l’adozione diffusa di aerei o ha segnato l’inizio della fine per altri modi di trasporto. Invece, l’evento viene ricordato per aver mostrato un nuovo regime operativo: il volo semovente di un aereo più pesante dell’aria. È ciò che l’evento rappresentava, piuttosto che ciò che praticamente ha realizzato, che era fondamentale. E così è con questo primo rapporto sulla supremazia computazionale quantistica”. (fonte Agi)