Inchiesta toghe lucane-bis: arrestato ex agente del Sisde Cervone per calunnie ad ex pm

Pubblicato il 30 Novembre 2010 - 21:50 OLTRE 6 MESI FA

E’ destinata a rivelare nuovi scenari l’inchiesta Toghe Lucane-bis nell’ambito della quale è stato arrestato l’ex agente del Sisde, Nicola Cervone, accusato di calunnia nei confronti dell’ex pm di Potenza, Henry John Woodcock, attualmente in servizio presso la Procura di Napoli. L’arresto è stato eseguito dagli agenti della squadra mobile di Potenza che hanno notificato a Cervone una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Tiziana Macrì. Nel marzo scorso a Cervone era stata perquisita l’abitazione e l’ufficio nel palazzo di giustizia di Melfi.

Durante la perquisizione gli investigatori sequestrarono un computer ed alcuni documenti dai quali erano emersi particolari che hanno aggravato la posizione dell’ex agente del Sisde tanto da spingere la Procura di Catanzaro a chiedere ed ottenere l’ emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini della Squadra mobile sono dirette dal Procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi. Sui contenuti dell’ordinanza la Procura di Catanzaro matiene il ”massimo riserbo” in attesa che ”Cervone venga interrogato”.

Dalle indagini è emerso che l’ex agente del Sisde avrebbe spedito delle lettere che contenevano accuse relative alla vita privata e pubblica di Woodcock e di un agente di polizia che collaborava con il magistrato. Le lettere, spedite circa un anno fa da un ufficio postale di Foggia, furono recapitate a Potenza ai dirigenti degli uffici giudiziari ed ai giornali. Woodcock presentò una denuncia alla Procura di Catanzaro le cui indagini si sono arricchite nel tempo di una serie di testimonianze e riscontri relativamente al coinvolgimento dell’ex agente del Sisde. Le indagini nei confronti di Cervone rappresentano soltanto una parte dell’inchiesta Toghe Lucane-bis.

In un secondo filone sono indagati due magistrati della Procura generale di Potenza, Gaetano Bonomi e Modestino Roca, un imprenditore ed un autista dello stesso ufficio giudiziario. L’indagine ha avuto inizio dopo la denuncia di un imprenditore lucano, il quale sostiene che ci fu un complotto contro di lui relativamente al sequestro di una struttura turistica realizzata con fondi pubblici. Su questo specifico fronte i magistrati di Catanzaro stanno valutando l’esistenza di una presunta associazione per delinquere.