Lido di Classe (Ravenna): viaggio nel paesino dei trans

Pubblicato il 25 Ottobre 2010 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA

Lido di Classe, provincia di Ravenna, poco più di 400 residenti. Per le cronache è il “paese dei trans”, o meglio lo era, perché come sottolinea il sindaco, il Pd Fabrizio Matteucci, sono molto diminuti.

Fino a qualche mese fa, quando per iniziativa del primo cittadino sono iniziate a fioccare le multe e i vigili urbani hanno iniziato un porta a porta vero e proprio per verificare i contratti d’affitto, a Lido di Classe i trans erano oltre cento, forse 150.

Tanti, per un paese piccolino che sulla questione della prostituzione si è spaccato in due. Il Corriere della Sera racconta che c’è chi come Terzino Giorgini, 74 anni, ristoratore, di notte fa il crociato custode della moralità girando strada per strada. “Non ce l’ho con loro – racconta Terzino – in casa facciano quello che vogliono, ma in strada no, ci sono i bambini, i giardini privati, d’estate i turisti”. Del partito moralizzatore è anche il sindaco, uno che, per risolvere il problema, qualche anno fa inventò di aver fatto scattare nella notte le foto dei clienti beccandosi anche un esposto davanti al garante della privacy. “Era um bluff – ha confessato dopo – ma ha funzionato come deterrente”.

Ma non mancano i difensori dei trans, a cominciare da Omero Canali del Comitato civico: “Di giorno le scansano, di notte fanno la fila per la loro compagnia”. “C’è troppa intolleranza nell’aria – dice al Corriere della Sera  Valentina Bellotti, che lavora per una coop che fa prevenzione sanitaria alle prostitute – manca qualsiasi mediazione sociale, non c’è mai stato un vero confronto con i trans”. E infine lo sfruttamento. Giulio, titolare del sexy shop non lo manda a dire e se la prende contro la gente che ci specula e gli fa pagare affitti d’oro.

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