Anche Travaglio “salvato dalla prescrizione”: Libero ironizza sul giornalista “giustizialista”

Pubblicato il 1 Marzo 2011 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

Marco Travaglio

ROMA – Marco Travaglio, che tante volte nei suoi articoli si è scagliato contro la prescrizione, avrebbe goduto di questa norma processuale. La vicenda è stata raccontata da Filippo Facci su Libero: Travaglio era stato condannato in primo grado per aver diffamato Cesare Previti. In appello, però il reato fu prescritto.

L’articolo sotto accusa era del 2002, e su l’Espresso, ricorda Facci, era sottotitolato così: “Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo donore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi”.

Facci ne sintetizza poi il contenuto: “Lo sviluppo, poi, era un classico copia & incolla dove un pentito mafioso spiegava che Forza Italia fu regista di varie stragi. Chi aveva raccolto le confidenze di questo pentito era il colonnello dei carabinieri Michele Riccio, che nel 2001 venne convocato nello studio del suo avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri. In quello studio, secondo Riccio, si predisposero cose losche, tipo salvare Dell’Utri, e Travaglio nel suo articolo citava appunto un verbale reso da Riccio. E lo faceva così: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti”.

L’ombra di Previti, scrive adesso Facci, “si allungava perciò su vari traffici giudiziari ma soprattutto veniva associato a un grave reato: il tentativo di subornare un teste come Riccio”. E qui secondo Facci ci sarebbe l’inghippo: “Il dettaglio è che Travaglio aveva completamente omesso il seguito del verbale del colonnello. Eccolo per intero: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri”. Dunque a “incriminare” Travaglio sarebbe stata l’omissione del verbale originale.

Ecco le tappe della vicenda giudiziaria di Travaglio riassunte da Libero

PRIMO GRADO

Nell’ottobre 2008 Marco Travaglio è stato condannato a otto mesi di prigione (pena sospesa) e 100 euro di multa per aver diffamato Cesare Previti.

MOTIVAZIONI

«La circostanza relativa alla presenza dell’onorevole Previti in un contesto di affari illeciti», scriveva il giudice Roberta Di Gioia del Tribunale di Roma, «è stata inserita nellarticolo mediante un accostamento indubbiamente insinuante… Travaglio ha fornito una distorta rappresentazione del fatto… al precipuo scopo di insinuare sospetti sulleffettivo ruolo svolto da Previti». E ancora: «Le modalità di confezionamento dell’articolo risultano sintomatiche della sussistenza, in capo allìautore, di una precisa consapevolezza dell’attitudine offensiva della condotta e della sua concreta idoneità lesiva della reputazione».

APPELLO

In Appello il reato si è prescritto. Ma le motivazioni non smontano le conclusioni della sentenza di primo grado: «La sentenza impugnata deve essere confermata nel merito, in quanto ottimamente motivata, con piena aderenza alle risultanze processuali… con giuste e corrette considerazioni in diritto; il tutto da intendersi qui riportato, senza inutili ripetizioni, come parte integrante della presente motivazione. È appena il caso di ribadire la portata diffamatoria nei confronti dell’on. Previti… Proprio l’averlo inutilmente nominato, e l’aver totalmente omesso la specifica precisazione circa l’assenza fatta dal teste, è prova del dolo da parte del Travaglio».