Usa, studio. La mano dell’uomo si è evoluta per combattere e sferrare pugni

Pubblicato il 20 Dicembre 2012 - 13:19 OLTRE 6 MESI FA
Il pugno di uno scimpanzè e quello umano in un combattimento di karate

SALT LAKE CITY, STATI UNTI – E’ in grado di compiere atti di notevole destrezza, dalle creazioni artistiche, all’utilizzo di sofisticati strumenti musicali e tecnologici, ma la mano umana non si è evoluta solo per dipingere la Cappella Sistima o spedire lo Shuttle nello spazio. Si è invece evoluta per combattere, diventando un’arma perfetta per il sferrare pugni senza farsi male.

E’ l’ipotesi presentata nella ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Biology e coordinata da David Carrier, dell’Universita’ americana dello Utah. Secondo i ricercatori l’evoluzione della mano dell’uomo e’ avvenuta per compiere azioni meno pacifiche di quanto si pensasse, ovvero come sistema di attacco o di difesa.

Un passaggio fondamentale della ricerca e’ stata la comparazione con la mano degli scimpanze’. I ricercatori hanno osservato come i primati contemporanei abbiano mani con palmo e dita lunghi e un pollice corto, mentre il palmo e le dita umane sono molto piu’ brevi, con un pollice piu’ lungo e piu’ forte.

”Questa diversa struttura ci permette di stringere la mano in un pugno quando si piega il pollice sulla punta delle dita”, spiega Carrier. Se gli scimpanze’ fanno lo stesso movimento, prosegue il ricercatore, la mano che si chiude somiglia ”ad una ciambella con il buco”. Lo studioso sostiene che questa impostazione delle dita protegge l’uomo da eventuali danni durante un combattimento, oltre a consentire una maggiore forza d’urto nello sferrare un pugno, piu’ sicuro di uno schiaffo a mano aperta.

Grazie alla collaborazione di esperti in arti marziali, i ricercatori hanno testato la forza e la struttura del pugno, se utilizzato con o senza l’irrigidimento del pollice appoggiato tra la punta delle dita ed il palmo della mano. Dallo studio e’ emerso che la posizione del pugno creata dalla mano umana protegge ed irrobustisce il colpo, distribuendo la forza lungo il polso. ”Le nostre mani, corte e squadrate, sono perfettamente proporzionate per irrigidire i pugni e poterli utilizzare come armi – conclude Carrier – e ci permettono, anche se in maniera prevalente nei maschi, di sferrare pugni potenti senza incappare in infortuni”.