Variante sarda del Covid in 4 pazienti: uno è morto. I ricercatori: “E’ più contagiosa”
Pubblicato il 6 Aprile 2021 - 14:01| Aggiornato il 7 Aprile 2021 OLTRE 6 MESI FA
Identificata una variante sarda del Covid: si chiama A.27 ed è stata isolata il 18 marzo scorso dal laboratorio dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari.
La variante sarda del coronavirus Sars-CoV-2 era già stata segnalata in alcuni Paesi europei come Slovenia, Francia, Svizzera e Regno Unito, ma mai prima in Italia.
La scoperta della variante sarda del Covid
La scoperta di A.27 è stata fatta il 18 marzo su 4 pazienti cagliaritani, uno dei quali deceduto, grazie ad una nuova piattaforma per il sequenziamento genico.
“La variante A.27 merita un’attenzione speciale in quanto presenta una combinazione di due mutazioni peculiari, la N501Y ed L452R che, in combinazione con alcune mutazioni aggiuntive, sembrano essere responsabili di una maggiore trasmissione del virus”, ha spiegato il direttore del laboratorio del Policlinico Ferdinando Coghe, autore della scoperta in collaborazione con l’équipe del professor Germano Orrù, responsabile del servizio di Biologia Molecolare.
L’aumentato riscontro del numero di varianti, in particolare quelle che interessano la proteina Spike, spiega il direttore del laboratorio, “sta preoccupando la comunità scientifica per la possibilità che queste mutazioni possano indurre una maggiore infettività, virulenza e addirittura la capacità del virus di sfuggire all’azione degli anticorpi”.
“Come è noto – ha aggiunto Coghe – le mutazioni a cui i virus vanno incontro possono avere un impatto significativo sulla loro capacità di trasmissione e sull’efficacia dei vaccini e dei farmaci antivirali. Per questo motivo, in tutto il mondo il sequenziamento dell’intero genoma (WGS) è ritenuto estremamente importante e ha consentito l’identificazione di varianti come la B.1.1.7 (variante inglese), B.1.351 (Sud Africa) o P.1 (Brasile)”.
Il ruolo del laboratorio di Cagliari
Il laboratorio dell’Aou, centro di riferimento per tutto il centro sud della Sardegna, dall’inizio della pandemia ha esaminato 205mila tamponi molecolari, 165mila per necessità dal Servizio Sanitario Regionale e oltre 40mila richiesti dall’Aou, 11mila dal Pronto Soccorso, 3mila richiesti dall’Ostetricia (ricoveri urgenti o parto).
“Un orgoglio per tutta l’azienda e per l’intera Sardegna”, osserva il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino. “Un lavoro imponente e importantissimo che dimostra la grande professionalità del nostro team”, aggiunge la direttrice sanitaria, Paola Racugno.