Venafro, scheletro di neonato del neolitico trovato negli scavi in Molise

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Ottobre 2014 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA
Venafro, scheletro di neonato del neolitico trovato negli scavi in Molise

Venafro, scheletro di neonato del neolitico trovato negli scavi in Molise (Foto Ansa)

ISERNIA – Uno scheletro di un neonato lungo appena 45 centimetri e risalente al neolitico è stato ritrovato negli scavi di Venafro, in provincia di Isernia. Una scoperta del tutto casuale, avvenuta durante i lavori per realizzare un gasdotto, che è stata ufficializzata il 21 ottobre dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici.

Oltre allo scheletro del neonato, sono stati ritrovati a poche centinaia di metri altri scheletri adulti, rivelando così un giacimento archeologico vasto, spiega Diletta Colombo, responsabile dello scavo per la Soprintendenza del Molise, a Laura Larcan sul Messaggero :

“«È raro che si possa identificare un’area così estesa risalente a quest’epoca, a fronte degli insediamenti più diffusi che si trovano soprattutto nel Tavoliere delle Puglie o della Pianura Padana»”.

Si tratta di due insediamenti umani, a distanza di circa 800 metri tra loro, e risalenti al XIII-XII millennio a.C.:

“Il primo insediamento ha una stratigrafia molto complessa. Qui addirittura sono state rinvenute ossa di età precedente, della fase paleolitica. Come spiegano gli archeologi, il giacimento paleolitico è sigillato da uno strato eruttivo e non interferisce con lo strato superiore neolitico, ma siccome l’area è stata frequentata anche in età romana, e i romani hanno scavato un pozzo profondo fino a sette metri, è probabile che nelle operazioni di scavo del pozzo siano scesi fino agli strati più antichi ributtando ossa negli strati superiori.

Ma il paleosuolo di fase neolitica è ben conservato. Appare nerissimo, conserva buchi per i pali, focolari riempiti di ceramiche combuste, residui di pasto, cacciagione. Dettaglio non casuale, visto che la fase neolitica segna l’inizio dell’allevamento. Piccoli recinti e un fossato delimitano l’insediamento”.

L’altro giacimento invece è preistorico:

“fondi di capanne, focolai, un silos, cioè un pozzo scavato nella terra considerato come una specie di cassaforte al cui interno sono conservate ceramiche, punte di selce, lame di ossidiana, ossia le preziosità del villaggio. In entrambi i casi spiccano le sepolture. Nel secondo villaggio c’è lo scheletro di un adulto. Nel primo villaggio spicca il bambino”:

La Colombo spiega:

“«Lo scheletro del bimbo si trova nell’area del suo villaggio, in questo senso è la testimonianza più antica d’Italia di un bimbo all’interno del suo insediamento è stato rinvenuto oggi così come lo hanno lasciato nell’epoca neolitica, non a caso siamo nella pianura di Venafro che ancora non è stata mai interessata da interventi moderni»”.