Delitto di via Poma, il pm: “Busco ha aggredito Simonetta Cesaroni dopo una lite”

Pubblicato il 21 Dicembre 2010 - 17:46 OLTRE 6 MESI FA

Simonetta Cesaroni

“L’aggressore di Simonetta non è stato un estraneo, ma l’amato Raniero”. E’ partita da questa affermazione la requisitoria del pubblico ministero Ilaria Calò al processo che vede Raniero Busco accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte dell’ex fidanzata Simonetta Cesaroni, l’impiegata uccisa con 29 coltellate il 7 agosto 1990 negli uffici romani dell’associazione degli Ostelli della gioventu’, in via Carlo Poma, a Roma.

Oggi, martedì 21 dicembre, doveva essere il giorno delle richieste conclusive da parte del pm. Ma la minuziosa ricostruzione delle tesi dell’accusa ha portato alla necessita’ espressa dalla III Corte d’assise della capitale di ‘spezzare’ in due la discussione, fissando per il 7 gennaio l’udienza nella quale saranno illustrate le prove scientifiche e l’esito delle valutazione di ipotesi investigative alternative che nel tempo sono affiorate. Subito dopo, la richiesta conclusiva nei confronti dell’imputato Busco.

Il 7 agosto secondo il pm era previsto un incontro di chiarimento tra la ragazza e Busco. Diciotto i ‘punti’ sui quali s’incentrerà la discussione dell’accusa: dallo svolgimento del processo e fino alla esclusione di ipotesi alternative compatibili con i dati scientifici accertati. Piu’ della metà sono stati illustrati all’udienza di oggi, mentre per gli altri e le conclusioni si dovra’ attendere il prossimo 7 gennaio. La ricostruzione di quei concitati momenti che portarono all’accoltellamento partono da un rapporto sessuale consenziente e proseguono con la reazione della ragazza a un morso subito.

”La vista di un tagliacarte preso dalla vittima porto’ l’aggressore – ha detto il pm – a darle un ceffone e strapparglielo di mano. Simonetta era caduta e non piu’ in grado di reagire”. Quel giorno, secondo l’accusa, era previsto un ‘chiarimento’ tra i due fidanzati: ”Nel portafogli di Simonetta c’era un appunto nel quale descriveva il suo tormento – ha detto il pm Calo’ – Il suo stato d’animo era quello di andare incontro a un chiarimento. E aveva anche il problema della partenza per le vacanze che Raniero avrebbe fatto da solo e questo a Simonetta non andava bene”. Quindi, il litigio, poi degenerato.