Vicenza, un collare Gps per i nuovi “schiavi” del volantinaggio

Pubblicato il 14 Maggio 2011 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA

VICENZA – Immigrati contro altri immigrati a Vicenza per “la schiavitù del terzo millennio” fatta di un Gps al collo per essere sempre controllati.

L’idea, in perfetto stile da Grande Fratello di Orwell, con un occhio sempre puntato addosso fa rabbrividire fannulloni e non. Eppure qualcuno probabilmente sarebbe disposto a prendere spunto per pedinare i dipendenti che fanno la spesa anzichè lavorare o, peggio, nel caso di genitori ossessivi che non vogliono perdere nemmeno un passo dei loro pargoletti.

Quella del Gps al collo è una trovata che unisce relazioni lavorative vecchio stampo con le nuove tecnologie, creando delle nuove realtà che restano nel sommerso perché spesso non denunciate.

La Guardia di finanza di Vicenza che ha scoperto la storia li ha definiti i nuovi schiavi, sfruttati, lavoratori a nero, tutti stranieri: si tratta di pakistani, indiani e bengalesi, usati per distribuire volantini pubblicitari.

I padroni li controllavano così, con un collare satellitare per seguire sempre i loro spostamenti, per non perderli mai e rimproverarli in caso di deviazioni sospette verso altri luoghi.

I capi del giro sono tutti indiani che, scrive il Gazzettino, sfruttavano, “attraverso micro imprese, alcuni connazionali, ma anche pakistani e bengalesi; una realtà scoperta dalla Guardia di finanza di Arzignano e Vicenza e che ha portato alla luce un’evasione e frode fiscale per un’ammontare di circa 20 milioni di euro. I ciclisti destinati a consegnare i volantini pubblicitari, venivano reclutati nella Valle del Chiampo, area divenuta quasi un’appendice del continente indiano per l’alta concentrazione di extracomunitari provenienti da questa fascia asiatica, richiamati in origine del lavoro nelle concerie”.