Napoli. Meccanico ucciso perché testimone di un agguato, la figlia cronista lo scopre per caso

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 21:30 OLTRE 6 MESI FA

Vincenzo Liguori, il cinquantasettenne titolare di una officina meccanica ucciso stasera a San Giorgio a Cremano (Napoli), sarebbe stato ammazzato perché testimone dell’agguato avvenuto pochi istanti prima ai danni di Luigi Formicola.

E’ questa, a quanto si è appreso, la pista seguita dai carabinieri che hanno ricostruito la dinamica del duplice omicidio. Liguori non sarebbe stato infatti colpito da una pallottola vagante come ipotizzato in un primo momento.

L’uomo stava conversando in strada con Formicola quando sono giunti due sicari in sella a una moto di grossa cilindrata e con i volti coperti da caschi. I killer hanno crivellato di colpi Formicola, si sono allontanati di qualche metro come per fuggire, ma all’improvviso sono tornati indietro ed hanno ammazzato il meccanico con un solo colpo di pistola.

La figlia, una cronista collaboratrice del quotidiano il mattino, lo ha scoperto per caso. Le avevano telefonato dal giornale quando era giunta la notizia di un duplice omicidio a San Giorgio a Cremano. Mary Liguori era stata incaricata di occuparsi dell’ennesimo fatto di sangue nella zona vesuviana, ma una volta giunta sul luogo dell’agguato ha scoperto che una delle due vittime era il papà, Vincenzo Liguori, 57 anni, titolare di una officina meccanica.

Quando alla redazione del Mattino hanno appreso che una delle vittime era il padre della collega, hanno richiamato Mary per avvertirla di non occuparsi più del caso, come ha spiegato all’ANSA Marilicia Salvia, responsabile delle pagine della ”Grande Napoli”, il settore del giornale che si occupa dell’hinterland partenopeo. Troppo tardi: Mary, che era in apprensione da un po’ avendo appreso dagli investigatori l’indicazione delle strada dell’agguato – via San Giorgio Vecchia – dove si trova l’officina del papà, ha appreso dalla gente accorsa sul luogo l’atroce notizia.