“Yara come santa Maria Goretti”, “No, non è una martire cristiana”: Socci vs Di Consoli

Pubblicato il 2 Marzo 2011 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA

Yara Gambirasio

BREMBATE SOPRA (BERGAMO) – “Yara martire come Maria Goretti”, titolava Libero in un pezzo di Antonio Socci sulla tredicenne uccisa e trovata morta a Chignolo d’isola a tre mesi dalla sua scomparsa.

Il Riformista risponde a 24 ore di distanza con un pezzo di Andrea Di Consoli e nega la tesi precedente. Non è una martire cristiana, ribatte a Socci, parlando di Yara.

Se Socci dice che «la cultura dominante non sa fare i conti con la purezza. Né con la santità» dice anche che la ragazza di Brembate è da paragonare alla santa Maria Goretti che a 12 anni si oppose ai tentativi di stupro di Alessandro Serenelli, e per questo fu ammazzata il 6 luglio del 1902 con un punteruolo. «La sua è – perché non dirlo – una testimonianza di santità scritta col sangue del martirio»; e ancora: «Il fango ci impedirà di vedere la cosa più importante e preziosa: la purezza di questa fanciulla e il suo eroismo».

Il Riformista dà spazio a un’altra visione delle cose e scrive : «Socci ci piace il coraggio – nell’era del disincanto, dell’edonismo e del nichilismo di massa – di dire e testimoniare una posizione radicale, coraggiosa, profondamente cristiana, e quindi inattuale. La sua voce, tra le tante rassicuranti, stride per asprezza e per (poco mediatica) devozione, e quindi non abbiamo nessun pregiudizio nei confronti di un testimone che, per troppa ortodossia, diciamo così, si ritrova a essere, rispetto al conformismo generale, addirittura in posizione eretica. Però crediamo che questo suo articolo pubblicato su Libero sia profondamente sbagliato, e non tanto per l’azzardato e un po’ avventato paragone (chi ha stabilito, nel momento in cui Socci ha scritto l’articolo, che Yara si sia opposta a uno stupro?), ma per il discorso discriminante che Socci fa, senza mai nominarle, nei confronti di tutte quelle ragazze (e sono tante, in ogni dove) che non hanno avuto la forza, il potere, la capacità di opporsi a uno stupro. Cosa sono queste ragazze che hanno subito uno stupro, meno pure, meno dignitose? E siamo sicuri che opporsi a uno stupro sia un martirio cristiano e non un naturale e istintivo desiderio di difendere la propria libertà, il proprio corpo, la propria vita?».