Yara. “Tamponi volontari a tutta Brembate”, la proposta dell’ex capo dei Ris

Pubblicato il 18 Marzo 2011 - 11:22 OLTRE 6 MESI FA

Yara Gambirasio

MILANO – ”Credo che il prelievo del Dna a un numero così grande di persone potrebbe essere una soluzione”: parole del generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, che propone il tampone salivare, su base volontaria, a tutti i cittadini di Brembate Sopra, in una intervista pubblicata dal quotidiano ‘L’Eco di Bergamo’.

Già si stanno sottoponendo a tamponi salivari i genitori delle ginnaste del centro sportivo, gli operatori del cantiere ex Sobea di Mapello e i frequentatori del palasport che potrebbero essere venuti in contratto con Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso e trovata morta tre mesi dopo.

Ampliare il campione potrebbe essere d’aiuto, anche se lo stesso generale riconosce: ”Certo, la corrispondenza del Dna non ci fornisce di per sé l’identità dell’assassino”. Le tracce di Dna – una maschile e una femminile – trovate su un guanto di Yara potrebbero infatti non appartenere a chi l’ha uccisa, ma semplicemente a un amico, a una compagna di scuola, persone estranee al delitto.

”Quel Dna – ha aggiunto – è comunque una traccia fondamentale. Certo bisogna compararlo con quello dei sospetti, ma la procedura, una volta ottenuti i campioni, non prevede tempi lunghi, parliamo di qualche settimana”. I Ris di Parma stanno analizzando anche i vestiti e i reperti di Yara: ”E’ un lavoro molto accurato i cui tempi dipendono dal numero dei reperti da analizzare – ha sottolineato Garofano -. Non funziona come nei telefilm in tv, in cui tutto avviene nel giro di un’ora. I tempi sono molto, molto più lunghi”. Oltre ai tamponi volontari, ha spiegato il generale nell’intervista, nel caso di un sospettato reticente ”il pm può chiedere al gip di autorizzarlo e nei casi d’urgenza puo’ anche procedere di sua iniziativa”.